National Institute of Informatics - Digital Silk Road Project
Digital Archive of Toyo Bunko Rare Books

> > > >
Color New!IIIF Color HighRes Gray HighRes PDF   Japanese English
0172 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 172 (Grayscale High Resolution Image)

New!Citation Information

doi: 10.20676/00000174
Citation Format: Chicago | APA | Harvard | IEEE

OCR Text

 

dei libri sacri. Dinanzi alle immagini e alle statue principali è il trono per l' abate, fra minori seggi per gli altri dignitari ; nel centro del tempio è uno spazio libero tra file laterali di basse panche disposte longitudinalmente, sulle quali si accoccolano i monaci durante le funzioni. Su altri bassi tavolini, disposti qua e là, sono le suppellettili del culto ; principalissimi il drilbu, o campanello, e il dorgie, o scettro, che è il vaira o fulmine del Bramini o lo scettro di Siva, i vasi per l' acqua benedetta (acqua di zafferano) in forma di caffettiere, sormontati da un pennacchio di penne di pavone che serve da aspersorio, il turibolo che si dondola appeso alle tre catenelle, identico a quello della chiesa cattolica romana, il doppio tamburello e la búccina, grande conchiglia spirale proveniente dalla baia del Bengal, che, come la campanella dei nostri conventi, serve a richiamare i monaci alle varie occupazioni quotidiane ordinate dalla regola. Vengono infine gli strumenti musicali : i piatti o cembali, i grandi tamburi a disco montati su un sostegno, le lunghissime trombe, i clarini. Tutti gli amminicoli che servono al culto, ed anche i libri sacri, sono oggetto di venerazione come le divinità stesse.

Gli arredi sacri sono di regola elaboratamente ornati, e molto spesso hanno forme e finitezza e fregi di vero valore artistico. Sono soprattutto notevoli i lavori in metallo lavorato a sbalzo o cesellato, con motivi decorativi geometrici, o di fogliami, o di draghi, più spesso tratti dai simboli buddisti o dalle lettere della mantra magica. Ottengono anche bellissimi effetti dalla opposizione di colori che si ha coil' impiego di due metalli diversi nello stesso oggetto ; come argento e oro, argento e bronzo o rame, rame e ottone, oltre alla larga applicazione delle pietre di colore, turchesi, cornaline, agate, coralli, incastonate nel metallo con perfetto lavoro d' orafi. Molti labari o tanca sono di gran pregio e possono confrontarsi colle più fini alluminature dei nostri codici. Infine, tra le moltissime statue di dei, ve n' è un certo numero che colpisce per la buona modellatura, la proporzione armoniosa, la verità dell' espressione e dell' attitudine. Nelle statue delle divinità tantriche ha maggior campo di estrinsecazione la fantasia, che, associata ad una viva efficacia di rappresentazione, riesce a creare immagini il cui aspetto terrificante e la satanica ferocia non sono superate da nessuna delle figurazioni demonologiche del nostro medioevo.

Ben pochi degli arredi sacri sono fabbricati nel Làdak. La più gran parte proviene daI Tibet ; ed è probabile che anche le statue colossali dei Buddha alte dieci e più metri fabbricate in sito, talvolta rivestite di lamine metalliche dorate modellate, e le pitture murali dei templi sien state eseguite nel passato da artisti venuti dal Tibet o dal Nepal. Quest' arte tibetana, originata da tre sorgenti, cinese, nepalese e cashmira, s' è dipoi sviluppata con forme e tipi propri così caratteristici, che basta una breve esperienza a far riconoscere facilmente a prima vista qualunque oggetto del Tibet.

Nei monasteri più importanti vi è una camera apposita per contenere la biblioteca. Nel Tibet e nel Làdak, non vi sono altri libri in fuori di quelli sacri, i quali corn-pongono due opere. La prima, detta Cangiur, contiene propriamente l'intiera raccolta