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0318 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 318 (Grayscale High Resolution Image)

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doi: 10.20676/00000174
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274   CAPITOLO NONO

Così è che potei vivere, a poca spesa, sulle risorse del paese, e, a Puga, ebbi la sodisfazione di dissetarmi ad una pura acqua di fonte, dopo tanti mesi che la

bevanda normale era il the.

Questa mancanza quasi assoluta, nella regione, di sorgenti è veramente strana. Sono frequenti quelle calde e più o meno mineralizzate : ricordo le numerose in valle Braldo, quelle in valle Bàscia e in valle Cùndos ; nella presente escursione, oltre a quelle di Puga, ho visto anche quelle abbondanti presso a Ciùmatang lungo l' Indo. Ma di fredde, — ripeto, — l' unica o quasi, che abbia incontrato, è questa di valle Puga.

Questa mancanza di sorgenti è certo una delle cause della povertà del paese. Le culture non sono possibili senza l' aiuto della irrigazione ; e siccome gli indigeni non sanno sollevare l' acqua, così si trovano campi, e quindi villaggi, solo là dove l' acqua può essere portata col solo aiuto del pendio naturale. Per questo si vedono grandi terrazze alluvionali lungo i fiumi maggiori completamente deserte, solo perché non si conoscono i mezzi per portarvi l' acqua. Questa arriva ben più facilmente, — come è naturale, — dalle valli laterali sulle conoidi espanse al loro sbocco nelle valli maggiori. Ma si trovano anche conoidi incolte : quando, cioè, le valli laterali non hanno acque perenni. E, per la mancanza di sorgenti, acque perenni si hanno solo con la presenza di ghiacciai.

I ghiacciai dunque sono l' elemento essenziale per la economia agricola della regione. E tanto lo sanno gli indigeni, che essi, con quella sagacia naturale che è sempre sollecitata dalla necessità, fanno dei « ghiacciai artificiali ». Sono i Baltì, che hanno questa sorprendente abilità : cioè, quando vi è una conoide che non può essere coltivata per mancanza di acque perenni, studiano le condizioni topografiche della valle laterale, e, se esse sono favorevoli, con paziente lavoro di molti anni costruiscono, assai in alto ed in luogo riparato, un vasto sistema refrigerante, per il quale le nevi invernali non fondono subitamente nella primavera, ma a poco a poco durante anche la estate e l' autunno, fino cioè alla prossima stagione nevosa. Ho saputo di alcuni di questi « ghiacciai artificiali », che funzionano regolarmente fin da q,uaranta anni.

Da Le, dunque, presi a risalire ancora la valle dell' Indo. Il primo tratto, — cioè fino allo sbocco della valle laterale che scende dallo Stàcalang-la, — è, se non frequentemente, per lo meno qualche volta percorso da carovane, perché costituisce la via più breve e più diretta tra Le e Simla. Ma più oltre ben pochi viaggiatori credo abbiano risalito l' Indo, se se ne toglie due o tre, al massimo, dei più antichi, cioè della metà, circa, del secolo scorso. Le notizie che ci hanno lasciato della regione sono però molto scarse e insufficienti a darcene una idea. E trattasi, in verità, di una regione molto interessante.