ESCURSIONI NEL LADAK 275
La valle dell' Indo assume caratteri di orridezza selvaggia anche più marcati che nel tratto abitato dai Dardi. Una analogia, però, si può riconoscere, perchè anche qui essa è una gran forra incisa in una massa di granito. Porta un nome speciale, che è quello di Rong, poco noto, come poco nota è la valle medesima. Ma mentre tra i Dardi la stagione ancora invernale favoriva la marcia per il quasi completo gelo dell' Indo, qua su, invece, la temperatura già primaverile aveva fatto sciogliere quasi per tutto la uniforme lastra di ghiaccio, della quale restavano solo come due frangie sulle due rive. Solo una volta trovai un ponte gelato, e fu ventura, perchè proprio
in quel punto nel quale avrei dovuto guadare il fiume a notte già calata a causa della lunghezza della tappa.
Non ebbi dunque facilitata la marcia ; la quale talora, — dove la valle è più selvaggiamente angusta —, deve risalire assai in alto lungo il fianco montuoso, per sentieri così erti ed aspri e precipitosi che sconsigliavano l' uso della cavalcatura anche a chi, come me, aveva ormai esperienza, specialmente dalla valle Sciàiok, di sentieri che sono una imaginazione più che una realtà.
La valle appare tanto più selvaggia, in quanto le oasi si fanno via via sempre più rare e più povere, ed i villaggi si limitano ad un numero sempre più piccolo di case. Non solo : ma con il graduale aumento della elevazione, vengono a cessare del tutto le colture arboree, e questo accresce, naturalmente, il carattere di nudità del paesaggio. Certo, il contrasto con il Baltistàn è grande : là le oasi sono, — si può dire, — veri boschi di albicocchi, i quali costituiscono la maggiore rendita della
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