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0376 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 376 (Grayscale High Resolution Image)

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doi: 10.20676/00000174
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326   CAPITOLO UNDECIMO

altro che effimere — associata ad un tipico clima alpino, colla sua aria gelida e il sole scottante, colle indefinibili trasparenze dei cieli e coil' atmosfera leggera, di un sapore così speciale, delle grandi altitudini ?

L' altipiano Dèpsang misura a un dipresso 800 chilometri quadrati di superficie, e si stende per 40 chilometri da Ovest a Est, per 20 da Sud a Nord, ad un' altezza media fra i 5300 ed i 5500 m. s. m. La valle del Cipciàk, affluente dello Sciàiok, poche centinaia di metri più bassa dell' altipiano, lo separa a Nord dalla catena del Caracorùm ; a Ovest e a Sud lo circoscrive nettamente il profondo vallone dello Sciàiok ; a Oriente invece ne segna il limite un sistema di brevi catene, con qualche vetta circa mille metri più alta del piano, che racchiudono il bacino d' origine del fiume Caracàsh, defluente nel Turchestan. Questi monti perciò continuano ad oriente lo spartiacque del Caracorùm fra l' India e l' Asia Centrale. L' alto bacino del Caracàsh fu esplorato dal Dainelli e dal Marinelli, i quali si spinsero a Oriente di esso fin sugli altipiani deserti propriamente tibetani, altrettanto alti come il Dèpsang, ma d' una vastità tanto maggiore, come d' un continente rispetto ad un' isola vicina.

Il Dèpsang, come ogni altipiano tibetano, è in forma di coppa largamente svasata, ma non è un bacino chiuso ; perchè l' orlo di monti che lo circonda è interrotto in un punto a settentrione, dove s'incontrano i due rami del torrente che ne drenano la metà Orientale e quella Occidentale, defluendo per una breve valle nel Cipciàk. La superficie del piano è plasmata in larghe ondulazioni, nel fondo delle quali corrono i ruscelli che vanno a formare il detto torrente, all' epoca della fusione delle nevi. Cessata questa, i rivoli si inaridiscono ; ma rimangon vive le sorgenti dei due rami principali del torrente alle estremità del diametro maggiore dell' altipiano. Aggiungo che sorgono qua e là sul pianoro alcuni dossi isolati, alti 200-300 m. sul livello medio, ottimi punti per le stazioni topografiche.

Ma l' attenzione non si ferma a questi minori particolari, attratta corn' è, irresistibilmente, dalla meravigliosa corona di monti che cinge l' altipiano. Il panorama è diviso nettamente in, due metà, in tutto diverse nell' aspetto. A Settentrione e ad Oriente è una cerchia di colli e di monti brulli, quasi interamente spogli di neve, di color bistro o rossastro, o neri, dominati da alcune alte cime a piramide. Questi si riattaccano a Sud senza alcuna transizione a massicci carichi di ghiacciai, cui seguono a occidente del piano altissime catene abbaglianti di nevi e di ghiacciai. È il sistema di monti fra il Nubra e lo Sciàiok, coi suoi tre colossi : il K 32 di 7510 m.; il K 22 di 7670 e il K 24 di 7516 m. Fra i due primi ed il terzo, ma molto più vicino, subito dietro l' orlo dell' altipiano, sorge un monte imponente (vetta 6934 nel centro del panorama A), una grande calotta di ghiaccio, che si prolunga verso Ovest in una di poco più bassa, da cui scende un vasto ghiacciaio. Questo monte è il vero monumento dell' altipiano, ed il Longstaff l' ha chiamato appropriatamente Picco Dèpsang ('). Tralasciando di altre bellissime piramidi e creste eccelse, a Occidente

(') Vedi la carta della Relazione del LONGSTAFF nel Geo. Jour., Vol. XXXV, 1910, pag. 744. Egli però dà al monte un' altezza di appena 6705 m. (22.000 piedi).