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0414 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 414 (Grayscale High Resolution Image)

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doi: 10.20676/00000174
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350   CAPITOLO DODICESIMO

mente coperti di ghiaccio. Dinanzi a noi, essa è interrotta dalla strana apertura di dove defluisce nel bacino, gonfiandosi un poco in un' ondata nell' attraversare la

stretta, l'affluente settentrionale. Non possiamo indovinare nulla della valle da cui esso proviene, che sembra estendersi di qua e di là di questo sbocco, verso Ovest e verso Est.

In circa due ore arriviamo alla striscia morenica che si stende attraverso il punto di confluenza del tributario. La morena è di qualche metro più bassa del livello generale del ghiacciaio ; a Nord cade precipitosa per una ventina di metri, incontro ad un muro di ghiaccio della stessa altezza; dietro il quale si stende un paesaggio polare in miniatura. Un laghetto glaciale con capricciose anfrattuosità e insenature s' è svuotato in parte, depositando sul fondo piatto in un pittoresco disordine i blocchi ed i frammenti di tavole di ghiaccio che vi galleggiavano. Rizziamo le tende sulla morena e rimandiamo subito i portatori al secondo campo, perchè ci tornino l' indomani col resto del bagaglio. Contiamo esplorare da questo campo i rami d' origine del ghiacciaio, leggermente equipaggiati, evitando di fare il trasporto delle nostre cose in due volte.

La porta d' uscita dell' affluente, al cui limitare siamo accampati, è larga, come dissi, poco più di 2 Km; essa mette ad un andito di poco più stretto, lungo circa 3 Km. compreso fra due massicci montuosi da cui scendono piccoli ghiacciai; a Ovest, una grossa calotta di ghiaccio alta 6118 metri; a Est due vette, una di roccie gialle (6374), l' altra nevosa (6342), i cui contrafforti formano il fianco sinistro dell' andito percorso dal ghiacciaio tributario.

L' Alessio e l' Abetti coli' Antilli, Jamna Prasad e il Petigax avevano deciso di fare una stazione topografica e fotografica sul dorso del contrafforte posto a fianco dell' ingresso dell' andito, che prometteva di dare un' estesa visione del nuovo tronco del ghiacciaio, e delle catene fra cui è compreso l' intiero bacino del Rimu. Io invece dovevo rimanere sul ghiacciaio, guidando la carovana di portatori al piede dello stesso contrafforte, e cercare un luogo acconcio per il campo nella valle che si apriva dietro di esso. Partiamo tutti insieme. Il Petigax ci fa discendere la costa Nord della morena, ed attraversare il letto dell' antico lago, cosparso di grossi seracchi, di dove un avvallamento ci conduce sul dorso del ghiacciaio. Risaliamo obliquamente verso la costa di roccie nere a Est, e, raggiuntone il piede, i compagni prendono a salire verso il punto scelto per la stazione, sul quale si scorge distintamente una specie di piramide che sembra un segnale. Io proseguo coi portatori sul ghiacciaio nudo, senza crepacci, che risale verso il Nord. In corrispondenza dello spigolo a cui mi dirigo, il ghiacciaio, come suole accadere, si rigonfia, e per un tratto è coperto di seracchi. Continuo a salire verso la curva, a una certa distanza dallo spigolo per evitare il ghiaccio rotto, e spingo innanzi lo sguardo per vedere come è formata la valle verso Est. Da qualche tempo tutta la sua parte a Occidente della porta di comunicazione col Rimu mi si era già svelata, ampia, ma non molto lunga, fino ad un bacino circondato da vette poco elevate, dalla quale scendono