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0523 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 523 (Grayscale High Resolution Image)

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[Photo] The northern view from the Sughet Dauan PassVista verso Nord dal Sughèt Dauàn.

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doi: 10.20676/00000174
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VALICHI CARACORÙM, SUGHET E COCART   443

bassi del Caracorùm, pervenendo alla valle del Tisnàf ; l' altra via, che seguiamo noi, conduce direttamente al valico Sughèt e alla valle Caracàsh.

Dopo traversato l' affluente di cui ho parlato testè, valichiamo una zona ondulata come per dune scendendo in un altro grande letto di valle tributaria perfettamente asciutto. Questa ci conduce, con salita dolcissima fra informi dossi gialli al piede del valico, dove mettiamo il campo, in un incrocio di valli detto Cibrà.

Vista verso Nord dal Sughèt Dauàn.

Subito sopra il campo la valle si divide in tre valloncelli ; noi prendiamo per quello a sinistra, che in un' ora e mezzo di salita non troppo ripida ci conduce sulla larga sella del Sughèt Dauàn, a 5367 m. s. m. Per esso si traversa una catena di monti, che è una diramazione del Cuen Lun, e divide la valle dello Iàrcand da quella del Caracàsh. Lo Hayward l' aveva chiamata catena Aktàgh. La vista verso Sud, sul Caracorùm e sulla regione che abbiamo testè percorsa, è piatta e senza alcun interesse ; verso Nord invece si vede un tratto della giogaia del Cuen Lun, con vari ghiacciai.

La discesa a Nord del valico è molto più accentuata della salita. Una valletta ghiaiosa ci conduce ad una maggiore, tutta ingombra di enormi depositi glaciali, dove ci ritroviamo a un tratto fra graniti. A poco a poco, man mano che discen-