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0611 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 611 (Grayscale High Resolution Image)

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doi: 10.20676/00000174
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TURCHESTAN CINESE E TURCHESTAN RUSSO   519

l' Himàlaia, gli altipiani tibetani, il Caracorùm, il Cuen Lun, i deserti dell'Asia Centrale e il Tian Sciàn, coi soli mezzi di trasporto naturali, di uomini e di animali, ed esser riusciti colla costante attenzione e con precauzioni infinite a farli pervenire incolumi fino alle linee ferroviarie, trovassimo proprio in esse l' ostacolo insormontabile per recarli con noi in Italia ! Ottenni tuttavia di poter trasportare con noi tutto quello che era indispensabile per lo sviluppo dei nostri lavori. I dati completi delle osservazioni, le carte, le negative fotografiche esposte dopo lasciato l' altipiano Dèpsang, ed anche i cronometri, gli objettivi fotografici, e l' apparecchio gravimetrico di di Sterneck coi pendoli (`). Tutto il resto, cioè gli strumenti astronomici, geodetici, magnetici, le camere fotografiche ed i barometri Fortin, venne imballato in diciotto casse, e affidato al direttore dell' Istituto Topografico Militare di Tashchènt, Generale Repioff, per esserci inviato a guerra finita (E).

La sera del 27 novembre lasciavamo Tashchènt per il lungo viaggio passivo e inerte in ferrovia. In nove giorni, per Orenburg, Samara e Kharcoff arrivavamo a Odessa. Pochi giorni dopo eravamo in Rumenia, ricevendo accoglienze indimenticabili dai Sovrani, dal Governo, e dalla colonia italiana. Il nostro Ministro, Comm. Fasciotti, aveva predisposto il nostro ritorno in patria per l'Austria, perchè la via della Serbia era troppo complicata ed incerta per il bagaglio che recavamo con noi.

Così, un' ultima volta, fummo costretti a separarci dai compagni inglesi, il Wood e lo Spranger, che scescero a imbarcarsi a Salonicco per Brindisi. Noi Italiani, ci recammo a Budapest, e il 18 dicembre ripassavamo i confini della Patria dopo più di sedici mesi di assenza.

(1) Era necessario riportare con noi l' apparecchio gravimetrico per la verifica dei pendoli, che l'Alessio e l'Abetti eseguirono infatti poco dopo il nostro ritorno in Italia alla stazione fondamentale di Genova.

(z) A causa dello sfacelo di ogni civile consorzio che ha colpito la Russia non è stato ancora possibile di ottenere la restituzione di questo materiale.