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0016 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 16 (Color Image)

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doi: 10.20676/00000174
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PREFAZIONE

Questo libro contiene invece la storia della campagna, come si svolse dall' agosto del 1913 al dicembre del 1914, attraverso l'India, il Bàltistan, il Làdak, l'Asia Centrale ed il Turchestàn Russo. Rendo vive grazie al Prof. Giotto Dainelli, ed all' Ing. J. A. Spranger, i quali, a render completo il racconto, hanno acconsentito a descrivere in alcuni capitoli i tratti di paese da loro percorsi con carovane staccate; il Dainelli da solo e col Prof. Olinto Marinelli ; lo Spranger col Maggiore H. Wood

dell' Ufficio Trigonometrico Indiano.

Nel corso della narrazione mi verrà fatto di ricordare le molte persone verso cui la spedizione ha obblighi speciali di riconoscenza per gli aiuti diretti ed indiretti che ne ricevette. Invero, essa non si sarebbe potuta compiere senza la cooperazione costante di tutti coloro che avevano i mezzi ed il potere di assisterla in ogni momento. Poichè questa fu una impresa, per certi riguardi, novissima. Non so se sia mai stata organizzata un' altra spedizione transcontinentale, in regioni altrettanto difficili da percorrere, per vaste zone deserte e prive di qualsiasi mezzo di sostentamento, sia per gli uomini che per gli animali da soma, con un programma di ricerche scientifiche così ampio e complicato, da richiedere, oltre ad un numero considerevole di studiosi competenti, un bagaglio dei più ingombranti, con una moltitudine di strumenti delicatissimi, che si dovettero trasportare con precauzioni infinite, ed una cura e una sorveglianza di ogni istante.

La organizzazione venne poi ancora più complicata dalla necessità, derivata dalla diversità delle indagini e dalla ristrettezza del tempo in cui si dovettero cornpiere, di rendere certi gruppi di studiosi indipendenti dal grosso della comitiva per periodi più o meno lunghi, combinando loro carovane autonome fornite di tutto l' occorrente per fare escursioni ed esplorazioni fuori dell' itinerario generale.

Per questi caratteri speciali della spedizione, penso che qualche maggiore notizia intorno alla sua organizzazione di quel che ne diano di solito i racconti di viaggi esplorativi possa interessare il lettore, ed anche forse riuscire utile a chi meditasse l' esecuzione di una impresa consimile. Per l' opposto, dovrò restringermi nella descrizione di quella parte dell' itinerario che è comune con quello percorso da S. A. R. il Duca degli Abruzzi nella spedizione al ghiacciaio Bàltoro del 1909, per non ripetere quello che ne ho già detto nella relazione di quella campagna.

Le svariatissime condizioni della nostra vita, la diversità delle regioni attraversate e delle loro genti, il valico di alcune fra le più grandi catene di monti e dei più elevati altipiani, alternati coi profondi valloni interposti e coi piani desertici dell'Asia Centrale dovrebbero fare il racconto più attraente che si possa immaginare, chi lo sapesse dire. Più che la descrizione, serviranno le belle illustrazioni dell'Antilli a dare un' idea del nostro viaggio e di una vita, le cui durezze ed i cui strapazzi furono compensati da tante e così ricche impressioni ed emozioni nuove, da farcela

per sempre ricordare con desiderio e nostalgia.

Settignano (Firenze), Luglio 1923.   FILIPPO DE FILIPPI