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0019 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 19 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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AVVERTENZA SULLA TRASCRIZIONE DEI NOMI GEOGRAFICI   XIII

gutturale (Akhtàgh). Per evitare incertezze, avvertiamo che le consonanti « gn » dànno sempre suono dolce come in « agnello » (Gnima) (').

Si presentava a noi anche la questione dei termini generici che spesso si accompagnano ai nomi propri nei toponimi tibetani, ed anche turchi. Ma non è dubbio che essi vadano mantenuti. Noi possiamo dire indifferentemente il « passo del Brennero » od il « Brennero », ma « Zogi-la », per quanto formato da un nome proprio e da uno generico (« la ») che significa « valico », costituisce un qualche cosa di inscindibile. Noi possiamo dire il « lago Trasimeno » o semplicemente il « Trasimeno », ma

Tso-Moriri » dove « Tso » significa « lago », costituisce nella sua duplice formazione un tutto così stretto, che per esempio in vecchi libri e in vecchie carte lo si trova, per errata interpretazione, scritto nella forma « Tsomo-Riri ». Certo non dobbiamo dire : « il passo dello Zogi-la » od « il lago Tso-Moriri », che sarebbero se non altro inutili pleonasmi (i).

In questa, del resto ovvia, affermazione, che si debbano conservare anche i termini generici i quali si accoppiano con nomi propri a formare toponimi, induce anche il fatto che molti di questi sono costituiti in modo simile, anche se la impreparazione linguistica e filologica dei viaggiatori non ne fa consapevoli. Così sono, per esempio, tutti i toponimi terminanti in « tang », in « do », in « brok », in lingua tibetana, in « das » in lingua darda, in « marg » in lingua cashmira ecc. ecc.

Abbiamo creduto di accentuare tutti i nomi geografici che non sieno piani. In ciò avevamo talora maggiori incertezze che nella stessa trascrizione dei toponimi. Di alcuni di questi, infatti, fatti ripetere più volte e da individui diversi, potevamo cogliere la retta e precisa dizione, senza potere, talora, stabilire con sicurezza la sillaba sulla quale cadesse l' accento fonico. Tipico, a questo proposito, è Càshgar, generalmente scritto come tronco (Cashgàr), ma in realtà pronunciato in modo tale che spesso sfugge una accentuazione dell' una piuttosto che dell' altra sillaba : sulla prima però, pare si debba appoggiare più sensibilmente la voce. Ed una qualche incertezza nell' accentuazione è, come è facile comprendere, in quasi tutti i toponimi composti. Se in Islamabàd, ed in tutte le altre forme con finale simile, molto frequenti nel Cashmìr, l' accento cade decisamente sopra la ultima sillaba, esso sembra cadere invece, nell' uso comune, sulla terz' ultima in Ciùmatang ecc. ; ma il dubbio rimane quando si scinda questo toponimo e gli altri simili, per esempio, in Ciuma-tang. Così pure potrebbe esservi dubbio se Zogi-la (o Burgi-la o Ciàng-la ecc.) si fondesse in Zogila (cioè non tenendo conto del suo suffisso generico Zògila o Zogilà).

Queste avvertenze sono date più che altro a dimostrare come la grafia dei nomi geografici, quale sarà usata in tutte le pubblicazioni in lingua italiana, relative alla spedizione De Filippi, sia il resultato non solo di pazienti inchieste sui luoghi, ma anche di meditate considerazioni e decisioni. E pur sapendo che essa può correggere molte trascrizioni, fin'ora tradizionalmente tramandatesi da un autore all' altro e di carta in carta, ma che alteravano spesso in modo radicale la dizione indigena, — non presumiamo di non essere incorsi in mende ed anche in errori, facili in tal genere di ricerche, specialmente quando esse non formino lo scopo essenziale, ma solo uno secondario, del viaggiatore.

Evidentemente, per l' ortoepia italiana da noi seguita e per le frequenti vere correzioni toponomastiche, i nomi geografici nella forma da noi usata resultano spesso assai lontani da quella che troviamo nelle carte e nei libri di autori che ci hanno preceduto. Per togliere ogni incertezza di riferimento, — specialmente in lettori inglesi, — nell' indice analitico che chiuderà ciascuna serie dei volumi delle Relazioni Scientifiche sarà indicata la forma che per ciascun oggetto geografico è data non solo da noi ma anche nelle carte ufficiali dell' India e regioni vicine (3).

  1. Si veda che queste poche convenzioni alle quali siamo giunti noi personalmente, sono identiche a quelle consigliate dalla Società Geografica Italiana (maggio, 1891, pag. 390 e sgg.), nella occasione di una speciale inchiesta assai posteriore alla prima proposta del Dalla Vedova.

  2. Pur noi abbiamo, nella nostra lingua, esempi di nomi geografici, dei quali fa intima parte anche un termine generico. Ma anche in questo caso, — come in Mongioie ed in altri che si potrebbero citare — sarebbe errato dire « il Monte Mongioie » anzichè semplicemente il « Mongioie ».

  3. Così si avrà : « Sciàiok (Shyok) », e poi il rimando inverso : « Shyok : vedi Sciàiok ».