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0027 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 27 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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ORIGINE DELLA SPEDIZIONE E SUOI INTENTI   5

L' esempio dello Siàcen, un ghiacciaio lungo circa ottanta chilometri, rimasto ignorato fino al 1909, sembrava incoraggiare le migliori speranze di nuove scoperte geografiche, confortate anche dalla congettura che un fiume grande come lo Sciàiok dovesse essere alimentato da ghiacciai altrettanto vasti nel loro insieme, quanto quello da cui nasceva, a pochi chilometri di distanza, e dallo stesso sistema di monti, il suo tributario Nubra.

Nel progetto della spedizione era anche contenuto il proposito di terminare la campagna esplorativa con una visita alla valle dell' Oprang, di là dello spartiacque del Caracorùm. Questa valle è indicata sulla carta ; ma la sua posizione, per la maggior parte del suo corso, è molto incerta, anzi puramente ipotetica. Il Colon. Sir Francis Younghusband, che risalì una porzione della valle nel 1889, non ebbe nè il tempo, nè i mezzi per farne il rilevamento. Così è dubbia la posizione, la direzione e l' importanza della catena Aghil, che forma il fianco destro della valle Oprang, e la separa dalla valle dello Iàrcand. Vedremo nel corso del racconto come fallimmo nel tentativo di raggiungere la valle Oprang nell' autunno del 1914, ed anche come in compenso l' esplorazione ed il rilevamento topografico si estesero molto al di là del bacino d' origine dello Sciàiok.

Il piano della spedizione era pronto fin dall' estate del 1912. Si presumeva che la preparazione e l' organizzazione generale dell' impresa avrebbero richiesto circa un anno di tempo ; la sua esecuzione circa un anno e mezzo. Divisavo perciò che la spedizione partisse dall' Italia ad estate inoltrata nel 1913, per attraversare l' Himàlaia nell' autunno e andare a svernare a Scardu, la capitale del Bàltistan. Nei primi mesi del 1914, si sarebbe ripartiti da Scardu, per risalire il corso dell' Indo fino a Lé, la capitale di Làdak, e pervenire da essa nel Caracorùm, dedicando l' intiera estate alla esplorazione del territorio sconosciuto, e scendendo nell' autunno nel Turchestan Cinese, alle città di Iàrcand e di Càshcar. Di qua, valicando l' estremità occidentale dei monti Tian Sciang, contavo passare nel Turchestan Russo, rientrando in patria ancor prima della fine dell' anno per la ferrovia transcaspiana, il Mar Caspio, il Caucaso ed il Mar Nero.

Apprestato il piano, bisognava trovare i mezzi per la sua esecuzione, e per questo era necessario di sottometterlo all' esame e confortarlo dei giudizi di corpi scientifici di indiscussa autorità. Mi rivolsi dapprima alla Société Internationale de Physique di Bruxelles (1), poi alla Royal Society ed alla Royal Geographical Society di Londra ; ed incoraggiato dai favorevolissimi giudizi che ne ottenni, feci nota la proposta in Italia, dandone comunicazione alla Società Italiana per il Progresso delle

(1) Il giudizio dell' Istituto di Bruxelles, il primo interpellato, è espresso in una lettera di H. A. Lorentz, Professore di Fisica nell' Università di Leiden, e Presidente del Comitato Scientifico del detto Istituto : « le programme qui a été dressè par M. Filippo De Filippi pour une expédition clans le Caracorùm est tellement complet et il a été évidemment rédigé avec tant de soin que nous ne saurions suggérer aucun sujet de recherches qui pourrait y être ajouté.... Nous sommes convaincu que les résultats pourraient être trés importants, même si les circonstances imposaient une plus grande limitation ».