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0045 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 45 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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DALL' ITALIA AL CASHMIR   23

di lettere rinomato, che predispose tutto per il nostro viaggio fino alle frontiere della provincia del Cashmir.

Ci avviavamo all' Himàlaia proprio nella stagione in cui coloro che vi si recano annualmente per svago e per la caccia se ne vengono via per tornare alle occupazioni invernali, e durante la nostra permanenza a Srinàgar assistemmo al passaggio di più d' una carovana di ritorno dai monti. Fra questi, il 15 settembre, salutavamo l' alpinista Mario Piacenza ed il Dott. Borelli, reduci da una fortunata spedizione al gruppo del Nun Cun. Il geologo Conte Calciati s' era trattenuto di là dell' Himàlaia per finire certi collegamenti topografici.

Pochi giorni dopo del Piacenza, arrivò a Srinàgar il Tenente del genio inglese Kenneth Mason, dell' Ufficio Trigonometrico Indiano, che aveva felicemente compiuto un importantissimo lavoro geodetico, il collegamento della triangolazione indiana con quella del Turchestan Russo (1).

Col Ten. Mason era ritornato a Srinàgar anche il scicari Abdullah, già capo carovana del Duca degli Abruzzi nel 1909, scelto con Khazra per la nostra spedizione. Il personale si completava coil' agente Alexander Robert, un eurasiano che fu al servizio del Dott. Sven Hedin nella sua spedizione tibetana del 1906. Egli aveva già diretto il trasporto e la distribuzione dei viveri nel Bàltistan e nel Làdak, prima del nostro arrivo.

Resta da far menzione di due seguaci della spedizione, fedeli quant' altri mai, e che ne godettero come forse nessuno : Sim, un cane terrier dal pelo riccio, piccolo, ma pugnace e coraggiosissimo, come tutta la sua razza, e Alab, un cane setter nero, mite, dolce e timido. Sopravvissero entrambi alla grande avventura, e fecero ritorno in Europa coi loro padroni.

La mattina del 20 settembre tutto il bagaglio rimanente fu imbarcato su cinque chiatte (lunga) e spedito per via d' acqua a Gunderbal, la prima tappa di carovana, allo sbocco della valle Sind nel piano del Cashmir. Il mattino dopo davamo l'addio a Srinàgar e al mondo civile, e ci avviavamo per la lunga odissea.

(I) Già nel 1843 il Colon. Everest aveva suggerito di effettuare questa unione per avere la misura di un arco di meridiano dal Capo Comorin alla estremità meridionale dell' India, alla nuova Zemblia nell' Oceano Artico (riferito in una nota nell' articolo di W. H. PURDON, On the Trigonometrical Survey and Physical Configuration of the Valley of Kashmir, Jour. Roy. Geog. Soc. Vol. XXXI, 1861, pag. 14).

La proposta venne ripresa solo nel 1909 in una delle conferenze triennali della Associazione Geodetica Internazionale. La esecuzione, affidata a geodeti inglesi e russi, richiese tre anni di difficile lavoro. Fu fatta una catena di 33 stazioni ad una altezza media di circa 5000 m. sul mare (la più alta ad oltre 5800 m.), che traversa i distretti di Ghilghit e di Hunza, l' Himàlaia ed il Pamir. La relazione ufficiale di questo importante lavoro forma il vol. VI dei « Records of the Survey of India », col titolo : Completion of the Link Connecting the Triangulations of India and Russia. Trig. Survey, Dehra Dun, 1914. Il Ten. KENNETH MASON ne ha anche dato un breve resoconto nel GEOG. JOUR. Vol. XLIII, 1914, pag. 664.