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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0048 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 48 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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CAPITOLO TERZO

Mi limito perciò ad un succinto racconto della nostra vita, con poche note itinerarie.

La spedizione adunque lasciava Srinàgar il mattino del 21 settembre, per attraversare il tratto di piano a Nord della città fino allo sbocco della valle Sind, dove è il paesetto di Gunderbal. Caricammo su due tonga, carrozzelle a due ruote, gli strumenti più delicati, barometri a mercurio, pendoli gravimetrici, cronometri, che viaggiarono sempre sotto la nostra sorveglianza diretta e, salvo in questa tappa, portati a spalla d' uomo ; e, con essi, le chilta o ceste contenenti il tesoro, le lire e gli spezzati, che qui son rupie e anna d' argento, per le paghe delle carovane. Due di noi scortavamo le vetture ; gli altri preferirono di far la tappa a cavallo (avevamo sei buoni cavalli da sella presi in affitto dal Governo cashmiriano) ed ebbero la meglio, perchè la strada, o piuttosto il viottolo di campagna che percorremmo, sfondato qua e là di buche, costrinse i veicoli ad un passo da funerale e ci diede le peggiori ansie per i nostri strumenti, che in tutto il resto della spedizione non furono mai più messi a tanto rischio. Fortunatamente tutto andò bene, ed arrivammo a Gunderbal quasi ad un tempo colle chiatte cariche del nostro bagaglio, che erano partite da Srinàgar il giorno prima di noi, navigando sul Gelum e sul Sind. Si potè così allestire comodamente e senza fretta il primo campo, sotto un gruppo di maestosi chenar (platani), mettendo subito ordine e metodo nei vari servizi. La comodità di tutto il viaggio dipende da queste prime disposizioni ; i servi sono presto addestrati, e dopo pochi giorni tutto procede regolarmente e quasi automaticamente.

Partendo da Gunderbal avevamo una carovana di 71 cavalli da carico e 17 portatori. I Cashmiri e i Baltì non amano allontanarsi troppo dai loro villaggi ; e ad ogni due o tre tappe, talvolta al termine di una sola tappa, bisognava congedare gli uomini e gli animali ed arruolarne di nuovi.

Risalimmo la valle Sind in tre marcie ; ma gli studi geologici del Dainelli ci

trattennero un giorno intero a Sonamarg. La bella valle era piena dei colori autunnali, e il fogliame rosso e oro delle decidue formava un ricco musaico tra il verde delle conifere. Il tempo era bello, con qualche burrasca passeggera, che brizzolava

delle prime nevi le vette dei monti. La colonia estiva che si attenda ogni anno a Sonamarg se n' era tornata al piano da un pezzo. Tutta la salita della valle Sind è come una piacevole passeggiata ; ma l' immaginazione può supplire a tutto. V' è un viaggiatore russo, Nicolas Notovitch, che andò a Lè nell' autunno del 1887, e che ci lasciò una descrizione del viaggio da far accapponare la pelle O.

(') Non so resistere alla tentazione di dare qualche estratto del suo delizioso racconto. « Le défilé du Sind... est surtout célèbre pour les hötes inhospitaliers qu' il héberge, entr' autres panthères, tigres, léopards, ours noirs, loups et chacals y foisonnent » (pag. 48). Prima ancora di arrivare a Gund, sotto Sonamarg, una notte ebbe questo terribile spettacolo : « l'un de nos porteurs, les membres complètement arrachés par les griffes d'une superbe panthère; le fauve n'avait pas bougé et tenait encore un

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