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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0054 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 54 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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CAPITOLO TERZO

32

Ir

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Il centro del pianoro, traversato dal fiume e dalla via carovaniera, è quasi disabitato. Nel bel mezzo di esso, accanto al fiume, è piantato un grosso e tozzo forte, con spesse mura di mattoni cotti al sole su massicci basamenti di pietre e ciottoli. Il Puini stima che il forte di Dras fosse quello incontrato dal Desideri qualche giorno dopo oltrepassato lo Zogi La, in cui risiedeva il regolo maomettano di un distretto all' ingresso del Làdak. Senonchè il Desideri dice espressamente che il forte era situato sopra un alto colle ('). È uno dei punti che rendono difficile identificare con sicurezza l' itinerario del Desideri ; ma non è una quistione che si possa discutere qui.

Informa il Cunningham (1) che Dras è nome cashmiro, e che il nome ladaco è Hem-Babs, che vorrebbe dire « dove cade la neve » e difatti, di tutta la regione di là dell' Himàlaia, Dras è il paese dove la precipitazione atmosferica è più abbondante, certo a causa della depressione dello Zogi La aperta ai venti carichi d' umidità del Sud-Ovest. Il secondo gruppo della spedizione (Marinelli, Wood, Alessandri e Spranger) che traversò lo Zogi La l' anno dopo di noi, alla fine di aprile, trovò la valle Gumber e l' intiero bacino di Dras ancora coperti da una gran quantità di neve. Quanto a noi, in questi giorni fra il settembre e l' ottobre, ebbimo tempo generalmente buono e favorevole alle osservazioni. Notammo che si fan sentire fino in questa testata di valle addossata all' Himàlaia i venti periodici che soffiano ogni pomeriggio in tutto il Bàltistan ed il Làdak. Talvolta, verso sera, il vento crebbe a tempesta e cadde un po' di neve sui monti ; ma nel bacino non si ebbe la pioggia.

Riprendemmo la marcia l' 8 ottobre. Fin dai primi giorni dopo il nostro arrivo a Dras, avevo mandato innanzi molti carichi, parte a Lè, parte a Scardu, e al momento di partirne indirizzavo a Srinàgar le prime casse di campioni mineralogici del Dainelli, per essere avviate in Italia. Così speravo di poter procedere con tutto il resto del bagaglio, dove non era un solo carico che fosse superfluo ai nostri lavori ed ai bisogni della nostra vita.

All' estremità del pianoro di Dras, il sentiero passa dinanzi ai due grandi pilastri di pietra coperti di bassorilievi religiosi tante volte notati. Il Cunningham (3) li crede monumenti braminici, il Francke '('), buddisti. Ne faccio cenno solo perchè lì accanto y' è un terzo blocco, più piccolo, con su scolpito un guerriero a cavallo, che quasi nessuno ha notato, perchè giaceva rovesciato a terra da tempo indefinito. Non sfuggì al Cunningham, che lo crede un monumento sati, cioè dedicato ad una vedova che fece olocausto di sè sul rogo per devozione al defunto marito. Noi lo rizzammo, e potemmo così fare, credo per la prima volta, una illustrazione completa dei tre

monumenti (5).

(') Vedi PUINI, I. c., pag. 27, testo e nota.

  1. A. CUNNINGHAM, I. c., pag. 22.

  2. A. CUNNINGHAM, 1. c., pag. 381-382.

(4) A. H. FRANCKE, A History of Western Tibet; Londra, 1907, pag. 52.

  1. Vedi la descrizione e l' interpretazione di questo monumento in A. H. FRANCKE, Antiquities of Indian Tibet, Calcutta, 1914, parte I, pag. 105.