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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0064 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 64 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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42   CAPITOLO TERZO

Il 23 ottobre, finiti i lavori, lasciavamo Tolti per fare le ultime tre tappe fino a

Scardu. Il ragia venne all' alba per darci il buon viaggio e per assisterci nel comporre la carovana. Si erano potuti raggranellare solo quattordici cavalli, e ci abbisognavano oltre a cento portatori. La gente dell' oasi era convenuta in gran numero ; ma piuttosto come curiosi che desiderosi d' ingaggio. Bisognò persuaderli, e ci fu prezioso l' aiuto del ragia, che, afferrando per le braccia o addirittura a mezzo il corpo i sudditi più restii, li conduceva a forza a prendere il carico ; ma la violenza era più apparente che reale, e le discussioni e la lotta finivano sempre in riso. Principe

bonaccione e sudditi di buona pasta l

Oltre Tolti, le oasi spesseggiano così, che qua e là sono contigue, formando lunghe zone ininterrotte di culture fra il piede dei monti e l' Indo, dove il sentiero corre in viali di salici e di pioppi. V' è un discreto traffico di carovane : la merce baltì portata a dosso d' uomo, quella ladaca su asinelli e zho.

Facciamo tappa, come si usa, nel campo del polo di Parcutta, una delle oasi più pittoresche della valle, sebbene sia tagliata in due da un burrone dove scorre un tributario dell' Indo. Il villaggio è appollaiato su un alto masso di granito, casa contro casa, anzi, casa su casa. Parcutta ha la particolarità di esser tutta cosparsa di tombe antiche e recenti, alcune con tetto sfondato, che mostrano parti di scheletri imbianchiti dal tempo.

Una diecina di miglia sotto Parcutta, in un largo incrocio di valli, è la confluenza dello Sciàiok coli' Indo. Sono due fiumi considerevoli, e si è discusso se fosse maggiore il volume dell' uno e dell' altro ; ma senz' alcun costrutto, mancando misure della profondità e della velocità delle correnti. Le stesse contrarie opinioni, ugualmente prive di fondamento, si sono scritte dello Zanscar e dell' Indo, alla loro confluenza nel Làdak, e persino del Suru-Dras e dell' Indo. L' angolo destro fra Sciàiok e Indo, è tutto occupato dalla grande oasi di Chiris, che è collegata colla riva sinistra dell' Indo da un traghetto a mezzo d' un capace barcone a fondo piatto.

Segue un altro tratto di valle aperta, fra coste fattesi più basse, e poi una stretta dove la valle, fin qua diretta a Settentrione, piega gradatamente verso Ovest. Se n' esce nel vasto bacino di Scardu. I monti che circondano il bacino e le vette lontane sono coperte di nebbia. Sotto la nuvolaglia, si intravede la neve, che macchia in alto le coste, lasciando ancora trasparire le roccie fino a un migliaio di metri

sopra la valle.

Passiamo per lo stretto e basso sottoportico di un fortino doganale, costrutto a cavallo del sentiero, il quale corre sull' alto terrazzo, poi scende per un tratto fin sul greto del fiume e risale sul piano alluvionale della valle, imboccando un viale di pioppi, che ci porta in breve al gruppo dei bàngalo e dei serai di Scardu.

È il 25 ottobre. Il primo stadio del viaggio è felicemente compiuto.