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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0070 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 70 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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48   CAPITOLO QUARTO

tenda a tre pareti, divise da intercapedini, di stoffa nera l' interna, bianca l' intermedia, bianca foderata di stoffa rossa l' esterna, per mantenere entro certi limiti le variazioni di temperatura nella tenda. A Uasul Hadur mancava del tutto l' acqua ed il combustibile ; ma l' Alessio decise di tentare ugualmente di farvi una stazione, provvedendo al trasporto dell' una e dell' altro da Pindobal, coi portatori del campo. Passammo una seconda notte nelle tende di Pindobal, e l' indomani per tempo tornammo ai

quartieri di Scardu.

In due giorni preparammo tutto l' occorrente per la stazione alta : i viveri, le tende per gli strumenti e per gli osservatori, gli apparecchi gravimetrici, astronomici, magnetici, meteorologici ed aerologici (per i lanci dei palloni piloti e la loro osservazione col teodolite), i pireliometri per la misura della radiazione solare e gli apparecchi fotografici.

Il 5 novembre arrivarono da Scìgar 10 portatori, condotti dall' ex-wazir. Erano antiche conoscenze che avevano servito il Duca degli Abruzzi sul Bàltoro, e li avevo richiesti per fare il servizio del campo a Uasul Hadur, sapendo bene che da loro non eran da temere diserzioni. La sera stessa 83 portatori raccolti nei villaggi del bacino di Scardu vennero mandati innanzi col scicari Khazra, a pernottare al piede della valletta, per salire l' indomani a Uasul Hadur. Questi uomini rimasero nell' alta valle del Burgi La un solo giorno e ridiscesero a Scardu, per ritornare poi su a riprendere il materiale a lavori finiti.

Il mattino del 6 partì la carovana europea, coi portatori di Scìgar. Rimanemmo a Scardu solo il Dainelli, occupato nella esplorazione geologica e negli studi geografici del bacino, ed io, che m' ero preso il compito di raccogliere i dati meteorologici degli strumenti rimasti a Scardu durante l' assenza dei compagni, sia per mantenere ininterrotta la serie delle osservazioni, sia per riferirle a quelle notate dal Ginori nella stazione alta.

I lavori della spedizione a Uasul Hadur durarono dieci giorni, fra il 6 ed il 17 di novembre. Per benigna sorte, il cattivo tempo che aveva imperversato sui monti nei primi giorni dopo il nostro arrivo a Scardu era cessato, e, salvo qualche breve intervallo, il tempo fu generalmente discreto, con notti limpide per le osservazioni astronomiche. Ma il freddo intenso deve aver reso il lavoro penoso. Le lunghe ore di immobilità passate a osservare i pendoli gravimetrici oscillanti o le stelle col cannocchiale, ed i delicati maneggi degli strumenti, con temperature di 17° sotto lo zero, rincrudite ancora dal vento, devono aver richiesto un continuo sforzo di volontà

negli osservatori.

L' aria, di giorno, fu spesso velata, e ostacolò di molto le misure della radiazione solare ; anche qualche esperienza coi palloni piloti andò monca pel loro scornparire fra le nubi. Ma le speciali condizioni atmosferiche furono soprattutto di danno ai lavori fotografici. L' Antilli, oltre ai lavori relativi alla stazione geofisica, s' era proposto di ritrarre colla telefotografia la lontana catena del Caracorùm dall' alta cresta al sommo della valle. Egli salì per questo fino ad una vetta ad oriente del