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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0088 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 88 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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62   CAPITOLO QUARTO

tutt' ora in qualche paese d' Europa, come nelle famose rappresentazioni di Oberammergau in Baviera (').

Sebbene il misero Bàltistan non possa competere colla magnificenza delle rappresentazioni scenico-storiche con ricche cavalcate, pompe e trionfi che si fanno nei paesi più fortunati del mondo islamico, dubito se ovunque altrove sia manifesto un maggior fervore religioso o una più drammatica rappresentazione di tragico e irre-

parabile dolore.

La celebrazione cadde, nel 1913, 1' 11 dicembre. In realtà, essa è la cerimonia con cui si conclude un periodo di dieci giorni interamente dedicato alla commemorazione. L' ultima notte era trascorsa per tutto il popolo in pianti e lamentazioni. L' 11 dicembre adunque, poco dopo il mezzogiorno, ci recammo col tesildar ad una spianata posta fra il paese di Scardu e la roccia, nel mezzo della quale è un edificio quadrato con piccole finestre che è la casa del pianto. A una certa distanza dinanzi ad essa erano schierati i cento soldati di guarnigione in servizio di guardia d' onore. Poco dopo il nostro arrivo si cominciò a sentire un lontano mormorio che divenne presto un rumore fatto di grida e di lamenti, ed in breve la prima processione fu in vista. Si tratta di un simulacro del trasporto della salma di Husein, cui hanno associato nel duolo il fratello Hassan, morto a Medina undici anni prima di Husein. Va innanzi un gruppo di donne, cui segue una turba disordinata di uomini, che circondano due feretri portati a braccia (rappresentati da un telaio di legno coperto d' una stoffa rossa) ed un cavallo interamente coperto d' un gran drappo bianco sul quale è fermata la sella, e sopra questa due turbanti di stoffa bianca con intrecciata una benda rossa per simulare il sangue. V' è anche una specie di baldacchino d' una stoffa gialla macchiata e sdrucita. Torno-torno sono portati in cima a lunghe aste stendardi e labari rossi o bianchi orlati di rosso ; e fra i portatori dei feretri vi è lo stesso ragia, tutto vestito di candida lana. Accanto a lui procede il mullah. La folla cammina rivolta verso i feretri ed il cavallo : quelli che li precedono a rinculoni. Tutti sono a capo scoperto, coi lunghi capelli scarmigliati, i visi sconvolti pieni di lacrime, e gridano alcuni brevi ritornelli con vario ritmo, alternati colla invocazione ripetuta le cento e le mille volte « oh Hassan, oh Husein », mentre si percuotono con violenza inaudita il petto col pugno chiuso, o la fronte, il capo, il viso, colla mano aperta. I più vicini ai feretri ne toccano la stoffa colla mano, e poi se la passano sul viso. La marcia è lentissima, interrotta a ogni cinquanta metri da una breve fermata, durante la quale le grida, le lamentazioni e le percosse diventano più forti e più prorompenti. Le battiture fanno al disopra delle voci un rumore sordo ritmico come di tamburi. Anche le donne piangono e gridano, ma senza alcun ritmo e senza battersi. Lo spettacolo di tutto un popolo che dimostra una disperazione così vio-

(1) Il Muharram è il primo mese dell' anno nel calendario lunare maomettano. La celebrazione cade nel decimo giorno del mese. E noto che secondo la dottrina sciah, solo i diretti discendenti del profeta per la sua figlia Fatima, hanno diritto alla venerazione dei fedeli.