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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0104 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 104 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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76   CAPITOLO QUARTO

Nel pomeriggio che passammo a Scìgar, un gruppo di arcieri molto pittoreschi ci diedero lo spettacolo d' una gara di tiro coli' arco, a piedi e sul cavallo in corsa. È il solo luogo del Bàltistan dove vidi di queste gare, che forse sono importate dal Làdak, dove il tiro coll' arco è un gioco popolarissimo ; ma là lo vidi solo fatto da

piè fermo, e non coi cavalli.

Tornammo a Scardu per la via ordinaria, sulla riva sinistra del fiume Scìgar, e scavalcando 1' estremità del contrafforte Strongdokmo, che si protende fra lo Scìgar e l' Indo, oltre il quale è il traghetto di Scardu.

La descrizione della nostra vita, le escursioni, i viaggi del Dainelli, i lavori geodetici all' aria aperta, la abbondante raccolta di fotografie e di panorami basterebbero a dimostrare che 1' inverno nel Bàltistan non è stagione così dura ed inclemente come sarebbe da aspettarsi in una regione fra i due ed i tremila metri sul mare, rinchiusa tra altissime catene di monti, ad una latitudine fra i 35° ed i 36° N.

La temperatura, invero, nel dicembre e nel gennaio, scese fino a -12° -17° C. ; ma l' aria calmissima la rendeva facilmente tollerabile. Nell' inverno, infatti, cessano quasi completamente i forti venti che soffiano nelle valli in ogni pomeriggio estivo. Verso la metà di dicembre, l' Indo cominciò a trasportare qualche pezzo di ghiaccio galleggiante, evidentemente staccatosi dalle rive, a monte. Nelle ore mattutine scendevano a frotte sul fiume delle curiose formazioni di ghiaccio, come grandi scodelle tonde od ovali, cogli orli rialzati e bianchicci, di ogni dimensione, rassomiglianti esattamente nella forma e nell' aspetto a goccie di stearina cadute nell' acqua e rapprese (').

Col gennaio ebbero fine i freddi massimi, e la temperatura cominciò ad elevarsi gradatamente. La neve cadde per la prima volta, scarsamente, il 10 dicembre, e si ripetè poi a lunghi intervalli, generalmente poco abbondante. Solamente quattro volte si ebbero vere nevicate : il 21 dicembre, il 12 ed il 28 gennaio, ed il 14 febbraio (r).

Il cielo di giorno era spesso coperto da un leggero velo bianco, e le vette nascoste, ma non da nubi spesse. L' aria era generalmente trasparente e senza nebbie nelle valli. Non mancarono però giornate limpidissime, con tutte le creste e le vette nevose risplendenti nella gloria della luce del sole. Le sere e le notti erano quasi sempre tersissime. Ho il ricordo di certi tramonti pervasi dalla profonda quiete alpina, quando nell' aria serena saliva limpida l' ultima invocazione dei muezzim dalle moschee dei villaggi, il coprifuoco dell' oriente mussulmano. Torno torno le creste dei monti colle nevi appena azzurrognole avevano una nitidezza straordinaria, come viste attraverso un cannocchiale, e i denti e le frastagliature loro spiccavano come intagliate in rilievo su un cielo tutto a tinte sfumate delicatissime, rosa, viola, azzurro puro,

(') Anche il THOMSON (l. c., pag. 235), notò queste forme di gelo nell' Indo nel dicembre del 1846.

(9) II THOMSON (I. c., pag. 243), nel 1847, osservò la minima temperatura l' 8 febbraio, di -17,5° C. Ebbe la prima neve il 28 novembre, ripetutasi poi a intervalli di pochi giorni. Le nevicate si fecero man mano più pesanti, e a metà febbraio lo spessore della neve nella valle era di 35-40 cm. La precipitazione sembra essere stata meno abbondante nel 1913-14.