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0108 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 108 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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78   CAPITOLO QUARTO

tabacco, thè, sale, zucchero, riso, lenti (dal), e finalmente altre tonnellate di orzo e

di avena in grani per i cavalli.

Una così grande quantità di provviste si poteva solo raccogliere facendo contribuire tutti i villaggi dei distretti di Scardu, di Carghil e di Lè. I tesildar diffusero ovunque l' offerta della compera a buoni prezzi ; ma la merce non affluiva. A dicembre avanzato, il wazir-i-wazarat confessava, preoccupato, che la raccolta delle provviste era inesplicabilmente arenata. A furia d' indagini si riuscì finalmente ad appurare che i preparativi della spedizione, su una scala così inusitata, avevano fatto nascere in tutto il paese la credenza che stesse per farsi una spedizione militare. Le centinaia di cassette di viveri per noi europei, tutte uguali, di fattura europea, che eran state distribuite nel Bàltistan e nel Làdak un paio di mesi prima del nostro arrivo erano riputate casse di munizioni ; i cilindri d' acciaio pieni d' idrogeno compresso, nella fantasia popolare, eran diventati addirittura cannoni, e le cautele per proteggerli dagli urti, le raccomandazioni di tenerli lontani dal fuoco, di non fumare nella loro vicinanza, davano fondamento alla credenza. Guerra alla Cina o guerra alla Russia eran tutt' uno per la povera gente, che prevedeva già il ritorno della corvée, requisizione forzata di lavoro, magari dell' arruolamento forzato in servizio militare ; e Balti e Ladachi pensarono naturalmente di tentare di paralizzare l' impresa negandole i viveri. Trovata la causa della loro riluttanza, non fu difficile persuadere le popolazioni degli intendimenti pacifici della spedizione, e nel giro di poche settimane si potè raccogliere sui vari mercati tutto l' occorrente.

Accentrato l' orzo a Carghil, e cottolo nei forni, insorse un' altra difficoltà impreveduta ; i mulini che lo dovevan macinare erano tutti fermi perchè i torrenti che li mettono in moto erano rappresi dal gelo. Finalmente se ne trovò uno che si potè avviare, e nel febbraio qualche altro ruscello riprese a scorrere, per modo che tutto fu pronto in tempo. Mi sono dilungato in questi particolari, per dimostrare come I' imprevedibile minacci sempre di far fallire i piani che sembrano meglio costrutti.

L' 11 febbraio avviai verso Carghil una carovana di avanguardia di 50 portatori carichi, condotta dal scicari Abdullah. Nei giorni seguenti smontammo gli strumenti e riordinammo tutto il materiale, rifacendo i carichi. Intanto prendevamo commiato dai nostri buoni ospiti, che fino all' ultimo ci regalarono- di frutta e legumi freschi, sebbene l' inverno fosse così inoltrato. Il 15 febbraio mandai innanzi altri 74 carichi, e l' indomani riprendevamo la marcia anche noi con una carovana di 50 portatori. Il tesildar doveva ancora arruolarne altri 150 per mandarli a Lè pochi giorni dopo col resto delle provviste comprate a Scardu.