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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0112 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 112 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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82   CAPITOLO QUINTO

di mediocri colline dolcemente modellate : ciò, quando le opposte valli himalajane mandavano giù i grandi ghiacciai del Periodo Glaciale.

Dal Cashmìr a Scardu, cuore del Baltistàn, seguii senz' altro il grosso della Spedizione (21 settembre - 25 ottobre 1913). Potrei non parlarne. Poche gite, però, attorno al bacino di Sònamarg, nella valle Sind, mi permisero, tra l' altro, di esaminare un pò da vicino quel tipico anfiteatro morenico che già aveva richiamato l' attenzione di alcuni precedenti viaggiatori, e di interpretarlo in modo meno incompleto ed anche assai diverso da quanto essi non abbiano fatto. Taccio, naturalmente, di tutti quegli ordini di osservazioni, che rientravano nella mia attività quotidianamente normale.

Passata la cresta dello spartiacque himalajano, la Spedizione fece la sua prima sosta nel bacino di Dras, per dar modo ai miei compagni di eseguire una delle loro serie di osservazioni geofisiche. Approfittai, naturalmente, della sosta per fare ricognizioni geologiche sui monti che serrano, verso settentrione e verso mezzogiorno, quel bacino montano, e fare un piccolo rilievo del suo fondo tipicamente terrazzato.

Intanto, già a Matàian, — una buona tappa a monte di Dras, — ero venuto in contatto con le prime genti transhimalajane, ed accanto alle ricerche sul terreno erano cominciate quelle sugli abitanti : e continuarono poi, parallelamente alle altre, fino a Scardu, come in tutte le mie successive escursioni nel bacino superiore dell' Indo.

Riconosco adesso che, allora, penetrando nella valle Dras, ero assai imperfettamente, — potrei dire : erroneamente, — orientato intorno alle genti con le quali dovevo venire in contatto. Tutti i viaggiatori — salvo il vero — indicano che, passato lo Zogi-la, si entra nell' area di diffusione dei Baltì. Non è vero : si entra in una zona che per la massima parte è tipicamente brokpà ; poi più in giù, presso la confluenza del Dras e del Suru, presenta commistione con quelli che ho creduto poi di distinguere col nome di Purighi dal nome della regione (di 'Purìg) che è loro propria. Quindi nel primo tratto dell' Indo sulla via di Scardu siamo di nuovo nel dominio dei Brokpà ; per passare quindi, e finalmente, in quello dei Baltì. Tutte queste genti, e le altre che potei conoscere in seguito (Dardi dell' Indo, Ladachi, Ciangpà), — a parte le differenze culturali che spesso presentano (nella lingua e nella religione), e a parte anche le differenze etniche, che pure assai di sovente resultano alla semplice osservazione dei caratteri fisionomici, — hanno quasi sempre diverso, più o meno, anche il vestiario. Ma tutto ciò mi è parso molto più chiaro nel seguito delle mie escursioni, che mi hanno portato a visitare la grande maggioranza dei villaggi della intera regione. Ne accennerò quindi più oltre.

Ma Tolti, — dove la Spedizione si fermò per una nuova serie di osservazioni geofisiche, — mi dette modo di penetrare già un pò addentro nella vita di questa

gente : gente baltì.