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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0116 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 116 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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86   CAPITOLO QUINTO

sentano classi infime, i cui membri non possono sposarsi con quelli delle classi

rimanenti.

Le mie inchieste non si sono limitate alla statistica demografica. Ne ho fatte, di

assai dettagliate, sopra tutti i prodotti dell' oasi e sul loro valore. Non entrerò in particolari. I prodotti essenziali consistono, in ordine decrescente di importanza economica, in albicocche orzo panico e rape. Ebbene, quando al valore, che si può assegnare al raccolto medio annuo, si aggiunga la rendita del poco bestiame e si tolgano le tasse pagate al maharàgia del Cashmir, rimane un beneficio netto cornplessivo per 1' intera oasi di Tolti, rappresentato da circa 9 centesimi italiani al

giorno e per persona.

E vero che la produttività dell' oasi non è sufficiente per la sua popolazione, e

che questa deve importare albicocche orzo e panico, supplendovi coi guadagni del lavoro di « coolies » e con le rimesse di qualche emigrante temporaneo. Ma calcolate anche queste rendite di carattere speciale, quella media cresce soltanto a circa 12 centesimi : nel giudicar la quale occorre anche pensare che in realtà essa deve essere abbassata pel fatto che alcune famiglie delle classi più ricche ne hanno una abbastanza notevolmente superiore. Ciò prova tutta la frugalità e la povertà di vita della gente baltì.

Era nel programma della Spedizione di passare tutto l' inverno a Scardu : arrivandovi, credevo di dovere, io pure, seguire il programma di tutti i compagni, e mi proposi di compiere un rilievo ed uno studio di dettaglio di quell' ampio bacino, che fin dal primo momento mi apparve specialmente interessante. Però, mentre da un lato compresi, presto, che alle ricerche progettate era soverchio un intero sverno, dall' altro non seppi resistere alla tentazione di qualche lunga escursione nelle maggiori valli del Caracorùm fino alle fronti dei grandi ghiacciai, sopra tutto perchè, — sia in linea generale, sia per quel che avevo già fin allora veduto ed osservato, — mi dovetti convincere che in una regione così vasta e scientificamente così poco nota valeva meglio dare alle mie ricerche carattere il più possibile estensivo. E così, per il pronto assenso del Dott. De Filippi, che mi dette ampia libertà di movimenti, ebbi modo di percorrere le valli Scìgar, Braldo, Bàscia, quella di tutto lo Sciàiok

inferiore e medio, quelle del Saltoro e del Cùndos, non mai prima visitate da alcun viaggiatore durante la stagione invernale.

Ciò .non impedì, però, che il bacino di Scardu riuscisse sufficientemente studiato. Se non arrivai a quel dettaglio di ricerche che era nel mio primitivo programma, ciò non ostante nei tre periodi di mia permanenza alla base invernale (25 ottobre 25 novembre ; 21 dicembre - 1° gennaio ; 25 gennaio - 15 febbraio) potei farne un rilievo topografico che, pur con il metodo spicciativo usato, si inquadra quasi esattamente, cioè con lievissime correzioni del disegno, nella rete di punti stabilita dal