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0164 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 164 (Color Image)

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doi: 10.20676/00000174
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132   CAPITOLO SESTO

si fa ruotare sempre nel senso delle lancette dell' orologio, da sinistra verso destra, e per ogni suo giro si acquista altrettanto merito quanto si guadagnerebbe ripetendo l' invocazione tante volte quante è scritta sulle strisce interne.

È facile immaginare le stravaganze cui ha condotto la dottrina spinta all'estremo. Oltre ai cilindri portatili, ve ne sono di fissi, disposti in nicchie nei muri dei templi, dei ciorten, talora in file di diecine, sulla via, incastrati in un telaio di travicelli protetto da un tetto, e chi passa loro vicino, con una spinta della mano li mette in moto l' uno dopo l' altro. Questi cilindri sono alti fino ad un metro e più, con diametro corrispondente, e contengono striscie che in linguaggio cinematografico si direbbero di lungo metraggio (1).

Fin qui almeno, y' è l' intervento del pregante, sebbene ridotto ad un lieve gesto ; ma l' ingegnosità del clero ha pensato di delegare alle forze naturali anche questo tenue lavoro meccanico. E infatti si costruiscono cilindri da preci montati su assi con ruote a palette azionate dall' acqua corrente dei torrentelli e dei canali, ed altri in cui la forza motrice è il vento, coil' asse munito di raggi terminanti in cucchiai, precisamente come gli anemometri o misuratori del vento. Questi ultimi sono naturalmente eretti al sommo di qualche cresta (').

Non so se questa descrizione frammentaria dei costumi religiosi ladachi basti a dare una idea della ossessione incombente del fattore religioso nel Làdak. Anche le case dei privati sembrano fare a gara coi monasteri nella esposizione di ogni sorta di simboli appariscenti. Ad ogni angolo del tetto piano, sorge un fascio di fronde di ginepro, legato come i fasci dei littori da striscie di stoffa bianca, talora con una benda verticale che traversa le altre a forma di croce ; su un altro angolo v' è spesso una sorta di forno in forma di orcio di creta con una apertura alla base, nel quale bruciano frasche verdi di ginepro, il cui fumo odoroso è gradito agli dei. Tra questi simboli, specie lungo il lato del terrazzo prospicente alla strada, sono rizzate aste di rame e tese funicelle da cui sventolano gale di banderuole e striscie di stoffa con su stampati i motti sacri. Cosicchè i villaggi sono permanentemente nella veste e nell' aspetto che hanno da noi i paesetti nel giorno onomastico del Santo Patrono.

Sopra ogni villaggio, come ho detto, incombe qualche gonpa o monastero, costruito su un' altura vicina. Sono città monastiche ; una conglomerazione di edifici spioventi sui fianchi di colli puntuti o di erte coste montane, costruiti quasi uno sull' altro, per modo che il tetto a terrazzo d' una casetta fa da cortile a quella sovrap-

  1. Miss Gordonn Cumming vide nel Giappone grandi ruote riempite con libri sacri. Il Gilmur, in Cina, vide una ruota alta venti metri, contenente altari, immagini e libri; e descrive una intiera raccolta di libri sacri disposta in un pilastro ottagonale girevole, come certe nostre biblioteche che ruotano su un pernio (citati dal SIMPSON, 1. c., pag. 21).

  2. M. Huc, Travels in Tartary, Thibet and China (Trad. Hazlitt, Londra, cit. in SIMPSON, 1. c., pag. 19), descrive presso i Tartari cilindri da preci sospesi sul focolare, messi in moto dalla corrente ascendente di aria calda ; e il ROCKHILL (Geog. Jour., Vol. IV, 1894, pag. 363) ne vide di uguali nelle case dei Tibetani di Koko-nor.