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0178 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 178 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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146   CAPITOLO SESTO

che cercassero di penetrare nella misteriosa contrada, e così nacquero le missioni di Benedetto Goes nel 1603 e di Antonio De Andrada nel 1625. Circa un secolo dopo penetrarono fino a Lhasa i primi missionari condotti dal Della Penna, seguito dal Desideri ; e le loro lettere, e soprattutto la lunga e diligentissima Relazione del Desideri, non tardarono a sfatare la leggenda, dimostrando l' abisso che separa la dottrina cristiana da quella buddista nei loro dogmi fondamentali, anche se non si tenga conto delle deformazioni subite da entrambe (1).

Quel che non ha raffronto nel mondo ecclesiastico di alcun' altra confessione, è l' enorme proporzione dei religiosi in confronto col numero della popolazione laica. Nel tesil del Làdak vi sono 108 villaggi e oltre a 170 monasteri e templi. Il censimento del 1911 dava nello Stato del Cashmir soltanto 36.512 buddisti, di cui 3015 erano religiosi, compresi 9 cusciok e 278 monache (2).

I religiosi si reclutano in tutto il paese, da ogni classe di individui. Il terzo figlio di ogni famiglia è di regola dedicato fin dalla fanciullezza al convento ; ma a questi molti se ne aggiungono che non ne avrebbero l' obbligo. E evidente che una così diffusa predilezione per la vita monastica non si può spiegare con una universale attitudine spirituale o un irresistibile impulso religioso. Invece è da considerare che la carriera religiosa assicura una esistenza relativamente a riparo dal bisogno, scevra da pratiche ascetiche troppo dure e conferisce una dignità e uno stato sociale ben diverso da quello della massa della popolazione, che è di fatto in una condizione poco migliore di quella dei servi della gleba. Ma la causa precipua della affluenza di candidati al celibato monastico è l' organizzazione della famiglia nel Tibet e nel Làdak, dove è sempre molto diffusa, in ispecie nelle classi meno abbienti, la poliandria fraterna : un' altra bizzarria, e non delle meno curiose, di questo stranissimo

(I) Intorno alla questione delle analogie nelle forme del culto buddista e di quello cristiano, ed agli ipotetici rapporti di reciproche derivazioni, vedi una lunga nota nel citato libro del VIGNE, Vol. II, pag. 251 e segg. ; e SvEN HEDIN, 1. c., Vol. III, pag. 313 e segg.

Per contrapposto, Sir HENRY YULE, nella sua edizione dei Viaggi di Marco Polo (Travels of Marco Polo, II ediz., Londra, 1875, pag 305-308) riferisce, colla scorta bibliografica e la documentazione, il curioso accidente per cui, attraverso la leggenda di Barlaam e Giosafatte, il Gautama Buddha venne introdotto nella martirologia romana come un santo della Chiesa (S. Giosafatte, 27 Novembre).

e) Il PUINI (1. c., nota a pag. 31) dà al Làdak una popolazione di 160-170.000 abitanti, di cui 12.000 religiosi nei monasteri. Trasse probabilmente questi dati dal Moorcroft, e si riferiscono al 1822,

  • dal Czoma de Körös, del 1820-1830. Il CUNNINGHAM, nel 1847, cómputa la popolazione a 125.000 abitanti (compresi i distretti di Spiti e di Lahúl, direttamente sottoposti al Governo dell'India). Nell' intervallo, la popolazione era stata decimata da una epidemia di vaiolo ; poi le guerre di conquista di Zorawar Sing-h avevano causato l' esodo di circa 9000 monaci dal Làdak nel Tibet proprio, e la morte di molte migliaia di uomini. Del resto, il numero dei monaci varia continuamente per il ritorno degli studenti dal Tibet e per l' affluenza di novizi. Nelle cifre date sopra non sono computati i semi-monaci,

  • terziari, che han fatto voti incompleti e vivono nelle loro case, spesso coniugati, nè qualche centinaio di semi-monache, nubili, ma viventi del pari fuori delle comunità.