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0196 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 196 (Color Image)

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doi: 10.20676/00000174
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158   CAPITOLO SESTO

ripara mai nulla, nè abitazioni, nè edifici o monumenti religiosi. Quando una casa sta per crollare, se ne costruisce un' altra accanto. I ciorten ed i mani mezzo diroccati, colle pietre votive cadute di qua e di là dei muri, senza che alcuno si dia pensiero di rimetterle a posto, dànno l' impressione di un passato che finisca di andare in rovina. In verità si edificano tabernacoli e ciorten e mani e s' incidono pietre votive oggi come ieri, ma l' accumulo di resti secolari è naturalmente molto più evidente delle manifestazioni religione moderne.

Calatsè, come i villaggi che troveremo più innanzi lungo questa riva dell' Indo, è costrutto sull' orlo di un profondo e largo burrone tagliato da un affluente dell' Indo nel terrazzo alluvionale. Secondo le tradizioni qui era in origine una colonia di Dardi venuti da Ghilghit Q). Essi vivevano in un castello, ora ridotto a rovine informi, situato quasi due chilometri sopra il presente villaggio tibetano. I Dardi, quando abbandonavano un luogo, solevano portarne via tutte le parti di legno : travi, porte, telai, ecc., lasciando le case in rovina. Presso il castello sono ancora riconoscibili traccie dei campi e resti di ciorten e di tombe. Il villaggio presente e il castello sulla roccia soprastante, furono fondati dal re del Làdak Naglug, verso il 1150.

Questa parte dell' alta valle dell' Indo ha aspetto del tutto diverso da quello del profondo vallone sotto la confuenza del Suru-Dras. Qui la valle è aperta, a fondo ampio e pianeggiante. La catena di monti a sinistra dell' Indo è discretamente ripida, coperta di neve, ed ha contrafforti poco pronunciati ; quella a destra, o catena del Làdak, che separa l' Indo dallo Sciàiok, è lontana dal fiume, e s' intravvede appena per l' apertura di qualcuna delle valli comprese fra i lunghi contrafforti che terminano sull' Indo con chine uniformi coperte di minuti detriti di vario colore. Si ha l' impressione che questa porzione della valle non sia ancora stata scavata dal fiume come più in basso, e che il terrazzo alluvionale su cui corre il sentiero, alto da dieci a venti metri sull' alveo dell' Indo, rappresenti quei resti di depositi che scorgevamo nella valle sotto il Suru-Dras appiccicati alle pareti cento e più metri sopra il fiume, che qui mancano del tutto.

Il primo villaggio d' importanza dopo Calatsè è Nurla, anch' esso sull' orlo di un tributario dell' Indo. L' antica via di Lè risaliva la valle di quest' affluente e traversava poi i contrafforti di varie vallette tributarie a distanza dall' Indo, ritornando ad esso solo a Spituk, poco prima di Lè. Di poi venne tagliato un sentiero lungo l' Indo, rompendo le roccie con mine, via più breve, ma che toglie l' opportunità di vedere molti dei più interessanti lamasteri. Il Dainelli, l' Antilli ed il Ginori fecero un itinerario misto e poterono così visitare vari luoghi rimarchevoli.

Nella valletta che sbocca a Nurla, a pochi chilometri dall' Indo, v' è un contrafforte a cavaliere di una biforcazione della valle, la cui sommità, in cima ad una parete precipitosa, è interamente cinta da un' imponente cortina di mura fortificate, qua e là doppie, che si stende fra grossi torrioni, ed altre torri isolate sorgono sulla

(1) A. H. FRANCKE: The Dards at Khalatse citato, pag. 43.

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