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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0221 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 221 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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Io

LE   179

misteriosi, piovuti dal cielo, impressionarono fortemente quelle genti, che hanno l' animo sempre rivolto al soprannaturale ed ai temibili malefizi di geni e spiriti maligni. Anche le autorità se ne preoccuparono, e inviarono a Lhasa i bolidi sospetti. Uno zemindar (proprietario fondiario), . che non consegnò subito uno dei palloni caduto sulla sua terra, venne punito. Si ordinarono lunghi e complicati esorcismi, cosicchè i lama vi trovarono il loro tornaconto. La notizia arrivò fino in India, e fu riportata dai giornali di allora (').

Il Dainelli ripartiva da Lè il 27 marzo per fare un' escursione che durò quasi un mese nell' alta valle dell' Indo, dalla quale salì ai laghi salati dell' altipiano Rùpsciu, e, scavalcando la catena del Làdak, al grande lago Pàncong.

Il 3 aprile, le osservazioni geofisiche della stazione di Lè erano condotte a termine, ed i miei compagni si accinsero ad un nuovo lavoro.

L' Ufficio Trigonometrico dell' India desiderava vivamente che la spedizione facesse anche una determinazione gravimetrica in un luogo chiamato Morè, situato a circa 4700 m. s. m. sul grande altipiano Rùpsciu, che sorge a mezzogiorno di Lé, fra l' alta valle dell' Indo e l' Himàlaia. Quivi, nel giugno del 1871, aveva già fatto una determinazione gravimetrica il Capitano J. P. Basevi, dell' Ufficio Trigonometrico. Egli morì due mesi dopo, ed il calcolo dei dati da lui raccolti aveva condotto a risultati così singolari che pareva necessario ripetere l' osservazione, per averne una conferma od una correzione dei primi dati.

Avevamo perciò distribuito i nostri lavori in modo da poter fare anche questa stazione, non compresa nel programma originale delle ricerche, e fuori dell' itinerario della spedizione. L' Alessio anzi intendeva che la stazione fosse completa in tutte le sue parti, come le altre eseguite durante la campagna, col sussidio delle osservazioni astronomiche e meteorologiche e della radiotelegrafia.

Secondo le informazioni concordi di tutta la gente di Lè avvezza a percorrere le vie carovaniere in ogni stagione, non si sarebbero dovuti incontrare ostacoli seri per giungere sull' altipiano ed attraversarlo ; anzi si diceva da tutti che la neve vi doveva essere scarsissima. Venne quindi preparato l' intiero bagaglio scientifico occorrente, ed il 7 aprile partiva da Lé la carovana condotta dall' Alessio, coll' Abetti, il Ginori ed il Petigax.

Essi dovevano risalire la valle dell' Indo per tre tappe, fino ad Upsci, sulla riva sinistra del fiume, e di qui intraprendere la salita agli altipiani per il vallone Ghia. Al sommo di esso è il Tacalung La, un valico sui 5300 m., pel quale si accede ad una serie di grandi valloni aperti, Debring e Rukcien, che conducono all' altipiano Rùpsciu. La raccolta dei mezzi di trasporto e la preparazione della via erano state affidate allo zaildar della regione, che era ad un tempo lama nel monastero di Himis, uomo autorevole, intelligente ed energico, che organizzò ogni cosa ottimamente. Nella esplorazione preliminare della via si era trovato che il Tacalung La era ostruito

(I) Vedi il Pioneer dell' India del 3 settembre 1913, pag. 12.