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0232 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 232 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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190   CAPITOLO SETTIMO

Fu solamente verso il mille che il Làdak divenne nazione, formandosi ad un regno unito sotto re venuti dal Tibet Centrale. Nei secoli precedenti i Mon ed i Dardi, venuti di fuori, avevano introdotto l' agricoltura fra i Tibetani nomadi del paese, e gradatamente, traverso gli scambi dei prodotti agricoli con quelli della pastorizia, le razze si mescolarono, e sorsero tanti piccoli principati dardi e tibetani. Col-1' avvento della dinastia centro-tibetana, il buddismo del Làdak fu completamente asservito a quello di Lhasa, e, a suo tempo, verso il 1400, il grande riformatore Tsong Kapa inviò nel Làdak un' ambasciata, da cui ebbero origine i vari lamasteri ladachi della setta gialla.

Verso il 1500, a questa dinastia di re, che avevano per attributo Lha chen, « il Gran Dio », successe la dinastia dei Namghial : « I Vittoriosi » (1). Ed infatti, il primo Namghial, dopo aver sottomesso vari capi vassalli, raccolse sotto la sua sovranità un Làdak che non era mai stato così vasto, comprendente gran parte del Tibet odierno. Ma non ebbe ugual fortuna, o valentia, il successore, Jamiang Namghial, sotto il quale il Làdak venne invaso dalle forze balti riunite sotto Alì-mir Sher khan (2) di cui ho fatto cenno nella storia di Scardu. L' esercito ladaco fu rotto, il re fatto prigione, i conventi vennero saccheggiati. All Sher si contentò di far bottino, e restituì il regno a Jamiang, dandogli insieme una propria figlia per sposa. Se fu politica per convertire il re ed il Làdak all' islamismo, non riuscì, perchè anzi i Ladachi scoprirono che la regina mussulmana loro imposta era un' incarnazione della Tara Bianca, una delle famose due mogli, principessa cinese 1' una, nepalese l' altra, del re tibetano Shrong-tsan-Sgampo, le quali, secondo le tradizioni, introdussero nel Tibet nel secolo VIII il buddismo e la civiltà, e vennero poi divinizzate.

Sul principio del secolo XVII, sotto il re Sengge, succeduto a Jamiang, venne nel Làdak un famoso lama della setta rossa, Stang Tsang Ras chen (o Raspa), gran costruttore di muri mani (3) e di monasteri, che ha la sua statua fra quelle di altre divinità in qualche tempio (vedi l' illustrazione a p. 231).

Il re Sengge, per conto suo, costruì il grande castello di Lè e altri monasteri e statue gigantesche di Buddha e ristaurò completamente il regno estendendone il territorio nella valle del Bramaputra fino a sette tappe da Scìgatse.

Queste conquiste vennero completate e consolidate dal figlio Deldan. Ma il suo successore Delegs, volendo emulare le avite glorie, condusse il regno alla rovina. Verso la metà del secolo XVII egli ebbe l' imprudenza di attaccare di nuovo il Tibet;

(I) Nelle croniche ladache non sembra che sia fatta alcuna menzione della invasione di Sultan Said, le cui soldatesche, venute dalla Cashcaria, scorrazzarono il Bàltistan e il Làdak per due anni, come ho detto nel Cap. IV, a pag. 50. Dovrebbe essere avvenuta durante il regno del primo Namghial, ma il FRANCKE non ne fa cenno nella sua Storia del Làdak.

  1. Il FRANCKE (History ecc., pag. 92) fa di All Sher il duca di Càpalu, mentre nel libro del CUNNINGHAM (1. c., pag. 35), figura come capo stipite della dinastia di Scardu. Vi è anche fra il Francke ed il Cunningham un leggero divario di date.

  2. Vedi la nota a pag. 127, Cap. VI.