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0233 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 233 (Color Image)

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doi: 10.20676/00000174
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re

LE   191

ma si trovò dinanzi un ben diverso avversario, perchè nell' intervallo il Tibet era diventato una dipendenza della Mongolia ('). L' esercito ladaco fu sconfitto, il paese invaso e saccheggiato. Il re Delegs cercò riparo nella fortezza di Timosgan, di dove invocò l' aiuto di Aurengzeb, l' imperatore mogólo dell' India. L' ebbe, e l' esercito mogólo ruppe l' oste mongolo-tibetano in una gran battaglia combattuta a Basgo ; ma la liberazione costò al re la conversione forzata all' islamismo e la perdita della moglie e di un figlio, deportati nel Cashmir e ivi trattenuti come ostaggi garanti della fede di Delegs in Allah e nel suo profeta. In questa occasione venne costruita la grande moschea tuttora esistente a Lè alla estremità superiore del bazar (v). Ma tutti questi sacrifici servirono a poco, perché appena l' esercito mogólo si fu ritirato, tornarono i Mongoli-Tibetani a dettar condizioni alla lor volta (3).

Il grande regno, che era durato dal primo Namghial in poi per circa un secolo e mezzo, scomparve definitivamente, rimanendone un Làdak presso a poco nei confini attuali, gravato di un tributo annuale a Lhasa. Il regno così ridotto durò indipendente un altro secolo e mezzo, nel qual tempo la dinastia andò declinando, subendo anche l' onta di continue scorrerie di predoni da tutti i piccoli principati vicini, evidente preludio della fine.

I Sikh, padroni del Cashmir dal 1815, non eran tali da sostare dinanzi alla barriera dell' Himàlaia, che le vicende storiche precedenti avevano provato non insormontabile ; e non passarono molti anni che risolvettero di spingere la conquista di là dei monti. Ma il Làdak non fu preda facile, e richiese una guerra di anni e l' invio di quattro eserciti (4).

La campagna di guerra cominciò nell' estate del 1834, con 10.000 uomini condotti da Zorawar Singh, abilissimo e valoroso generale. I Ladachi — 5000 uomini male armati — furono sconfitti in due battaglie ; tuttavia i Sikh non riuscirono ad andar oltre Pashcùm prima che l' inverno interrompesse le operazioni. Nella primavera successiva invasero la valle dell' Indo, e, sbaragliati i Ladachi, pervennero fino a Basgo, dove il re Tsepal inviò messi ad impetrare la pace. Il re fu lasciato in possesso contro il pagamento di una indennità di guerra e di un tributo annuo.

(I) I Mongoli rimasero in possesso del Tibet dal 1643 al 1716, quando si ritirarono, dopo aver insediato il Gran Lama della setta riformata, investendolo del potere politico e legislativo che detiene tuttora.

(z) Forse si riattacca a questo episodio islamico della storia del Làdak il curioso costume tuttora in vigore della clausura delle regine ladache, e del velo che portano quando escono, mentre nelle antiche pitture murali sono sempre rappresentate accanto al re, senza veli,'dinanzi al popolo. Riferisce il FRANCKE (in Antiquities, ecc., pag. 88) che il nome di Delegs non si trova su tavolette votive, nè nell' epigrafia del Làdak, perchè i lama vollero cancellata ogni memoria del re apostata.

(3) II BELLEW (1. c., pag. 141 e segg.) aggiunge altri particolari su questo periodo della storia del Làdak, probabilmente desunti da fonti storiche mongole.

(i) La conquista è raccontata in esteso dal CUNNINGHAM (1. c., pag. 332-353), come gli fu descritta da Basti Ram, un colonnello dogra che fece tutta la campagna, e dal FRANCKE, il quale utilizzò anche le sorgenti ladache (1. c., pag. 139-169).