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0243 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 243 (Color Image)

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doi: 10.20676/00000174
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rilassata della setta rossa, in confronto della severa astinenza da ogni soddisfazione dei sensi della setta gialla. Eppure, anch' egli, per arrivare allo stato di cusciok, aveva dovuto attraversare la durissima prova di dodici anni di segregazione assoluta da ogni consorzio umano, dodici anni di silenzio e di contemplazione. Ne era uscito da poco. Un bell' uomo, di statura imponente, vestito d' una tonaca di fina lana rosso cremisi con su l' ampia toga della stessa stoffa, foderata di seta rosso ciliegia, con un viso tondo e paffuto, guernito di occhiali d' oro a stanghetta, che non toglieva nulla alla vivacità dell' espressione, di modi facili e cordiali, pareva godere della vita come uno scolaro in vacanza, a compenso della lunghissima prigionia subita.

Mostrava una intensa curiosità per tutte le novità della civiltà occidentale, ed i monaci che gli facevan sempre scorta recavano chi un cannocchiale, chi un binoccolo, o la macchina fotografica, o un campanello elettrico, oltre al cappello di cerimonia con alto risvolto di pelliccia, anch' esso inutile, come gli altri oggetti, perchè non glielo vidi mai in capo. I lavori della spedizione gli procurarono distrazioni nuove che lo deliziarono durante tutta la nostra permanenza. Assisteva al lancio dei palloni piloti, facendo le viste di seguirli col cannocchiale, veniva a trovarci la sera per contemplare gli astri coi nostri strumenti, e voleva avere spiegazione di tutto, anche degli apparecchi per la misura della gravità e del magnetismo, ascoltando colla più profonda attenzione le dimostrazioni che gli potevamo dare, di per sè astruse, e che attraverso l' interpretazione in lingua tibetana del Dott. Peter, non potevano avere altro risultato che di accrescere per lui il mistero delle nostre operazioni.

Il monastero di Himis è a due lunghe tappe da Lè, onde il cusciok possiede una abitazione in città. La camera dove riceve è molto bene arredata, con lusso in confronto di quella del re, il pavimento coperto di tappeti e, contro le pareti, soffici divani fatti di vari strati di feltri, con dinanzi piccoli tavolini laccati di Lhasa, e arazzi e ricami coprono le pareti ed il soffitto.

Negli ultimi giorni di marzo e per tutto l' aprile i due cusciok si trattennero quasi sempre a Lè. Bakula risiedeva nel vicino convento di Sancar, moderno, costrutto giù nel piano della valle, con una piacevole architettura e belle pitture murali. Vi

c   andammo, invitati insieme col cusciok Raspa, per assistere ad una festa popolare
nel grande cortile del convento, non so se ordinata dall' abate o offerta dal popolo. Pochi giorni dopo il cusciok Raspa restituiva la cortesia a Lè al superiore di Spituk, con un trattenimento ed un ricevimento uguale. Su uno dei lati del cortile erano disposte grandi tende, colla parete anteriore rialzata a veranda per gli abati ed i loro invitati, ed una separata per il re ed il principe. Questi ultimi ed i cusciok si

nel Tibet un celebre monaco, Mila Raspa, autore di molte opere popolari e capo d' una setta (vedi GRUNWEDEL, 1. c., pag. 6), il quale, secondo KAWAGUCHI, (1. c., pag. 175) è oggi uno dei santi più venerati della agiologia, ed anche l' unico poeta tibetano. Ma non vi può essere alcun rapporto fra esso

eC``'   e l' abate del lamastero di Himis.

ripe

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