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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0276 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 276 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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CAPITOLO SETTIMO

quale citava Egizi, Assiri ed Israeliti come un dotto dell' Occidente, gli confermò

l' esistenza di una copia dei manoscritti in questione nella biblioteca del monastero. Ma l' erudizione doveva aver fatto perder la testa al lama, perchè, tra l' altro, informò anche 1' autore che Himis è un monastero della setta gialla ! (').

Pochi giorni dopo, a Spituk, il Notovich cadde da cavallo fratturandosi una gamba, e lì per lì decise di farsi trasportare di nuovo a Himis « percorso di una buona mezza giornata, camminando al passo » (2). Fra Spituk e Himis sono però almeno quaranta chilometri di strada, e si percorrono di solito in due giorni.

Giunto al monastero, il Notovich fabbricò da sè stesso un apparecchio di protesi che applicò all' arto fratturato e che, unito al riposo, ebbe tale efficacia da permettergli di rimettersi per via il terzo giorno per ritornare nel Casmhir, dove giunse dopo venti giorni. Egli confessa però di aver fatto il percorso, o almeno buona parte di esso, portato in lettiga, metodo di viaggio che si accorda male colla descrizione della orrenda via e dei suoi pericoli che egli ci aveva dato nelle pagine precedenti.

Nei due giorni che il Notovich passò al convento, il venerabile vecchio che ne era a capo, cedendo alle sue insistenze, gli portò finalmente la biografia di Issa, contenuta in « due grossi libri rilegati, le cui grandi pagine erano di carta ingiallita dal tempo (3). Il lama leggeva, l' interprete traduceva ed il Notovich trascriveva nel suo taccuino di viaggio. Poi, per vari anni, egli non si occupò della sua scoperta, e solo nel 1893, dopo aver « passato lunghe notti insonni a coordinare le sue note, dopo aver raggruppato i versetti (?) secondo 1' andamento del racconto, e dato a tutta l' opera un carattere d' unità » ('), si risolse a pubblicare la storia meravigliosa.

Per dirla in breve, Gesù si sarebbe recato in India nel periodo fra la fanciullezza e la maturità (dai 14 ai 29 anni). Divenuto edotto della filosofia etico-religiosa del Buddha, si diede a predicare contro i vedisti. Imparò la lingua pali e la sanscrita, studiò i « sacri rotoli » dei Sutra per sei anni, e quindi, per la via della Persia, tornò in Palestina. La cronica, che riferisce intiera la vita del Cristo, compresa una nuova versione della Passione, sarebbe stata redatta sulla base delle deposizioni di testimoni contemporanei da storici bramini o buddisti dell' India in lingua pali, tre o quattro anni dopo la morte del Cristo.

Il cusciok Raspa m' informò che nel 1887 non v' era alcun lama superiore a Himis ; il convento era retto dal vecchio ciagzot, (tesoriere) Ngagwand Choszang.

  1. Pag. 154.

  2. Pag. 163.

  3. II NOTOVICH usa l'espressione « deux gros livres cartonnés » (pag. 155). Negli altri luoghi del suo libro dove parla dei manoscritti li chiama « rouleaux de parchemin ». I due termini sono inconciliabili ; e, del resto, nè l' una nè l' altra. forma ha alcuna corrispondenza nella paleografia indiana o tibetana. Nel caso speciale, secondo il Notovich, si trattava di una traduzione in tibetano dei manoscritti pali pervenuti a Lhasa dall' India.

(1) Pag. 167.