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0286 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 286 (Color Image)

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doi: 10.20676/00000174
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242   CAPITOLO OTTAVO

ranza di poter portare qualche nuovo contributo alla conoscenza della regione. Tanto più il tentativo mi attirava, in quanto proprio in quel tratto della valle dell' Indo, e certamente in relazione con la sua scarsa accessibilità, si è conservata una popolazione speciale, che, dal poco che ne conoscevo, sembrava dover avere caratteri antropologici, etnografici e culturali diversi da quelli delle genti vicine : sono i così detti Dardi dell' Indo. La decisione fu quindi presa, col pronto consenso del Dottor De Filippi.

Partimmo, dunque, tutti insieme da Scardu, ed insieme compiemmo le poche tappe su per la valle dell' Indo fino a Tarchetti (16-20 febbraio) ; ma mentre i cornpagni qui piantarono le tende per proseguire il dimani lungo la carovaniera consueta verso l' oasi di Càrghil, io continuai a rimontare l' Indo andando a fare il mio nuovo primo « accantonamento » in una casa mezzo diroccata del piccolo villaggio di Maròl. Tarchetti, però, mi trattenne per qualche ora : la popolazione vi è tutta brokpà. Volevo, prima di abbandonare definitivamente il Baltistàn, terminare la serie di misure che mi ero prefisso per quella gente, e fare il rilievo di una delle loro case.

Casa brokpà e casa baltì mi sono apparse quasi identiche ; e ciò non può essere senza significato. Ma anche le due genti, in fin dei conti, non mi sono apparse diverse : almeno, ben inteso, a giudicare dai caratteri fisionomici complessivi ; le misure diranno poi se qualche differenza realmente esiste. Anche nel costume essi appaiono uguali, in contrasto con le altre popolazioni, con le quali sono venuto successivamente in contatto : solo, i Baltì portano come copricapo un piccolo berretto di feltro bianco, fatto a cono assai basso, mentre i Brokpà ne hanno uno di maglia, generalmente marrone, che aderisce alla testa e giro giro è avvoltolato su sè stesso in moda da formare una specie di grosso cercine circolare. Ma dove le due genti vivono, se non in una vera e propria commistione, per lo meno in vicinanza immediata, anche questo uso del diverso copricapo può essere abbandonato e magari, in singoli individui, addirittura invertito : fenomeno, come tanti altri simili che si verificano là dove popolazioni diverse vivono commiste o per lo meno non separate da limiti naturali che costituiscano un vero ostacolo al mutuo scambio di usi e di costumi.

Dopo le mie misure sui Brokpà di Tarchetti ripresi dunque la via su per l' Indo, con una carovana di una leggerezza estrema, e questa volta senza nessun compagno ; cominciava una nuova esperienza : la solitudine assoluta in mezzo al vario mondo tibetano.

Intendo dire, però, tibetano solo in senso lato. Gli stessi Brokpà, — se pure insediati in una regione, il Baltistàn, che tutti i vecchi viaggiatori riconoscono come estrema parte occidentale del Tibet, — parlano ancora una lingua darda : e questa è la vera ed essenziale differenza che li fa distinguere dai vicini Baltì, che invece usano una lingua tibetana : segno che i primi sono di recente immigrazione, come ho creduto di pensare per altre vie di ragionamento. Ma anche le genti, insediate lungo l' Indo e nelle piccole valli che vi affluiscono tra lo sbocco del Suru e quello del torrente scendente dal Fotu-la, parlano, anche esse, una lingua darda, per