258 CAPITOLO OTTAVO
principe ; poi, da un lato e dall'altro, mediocri costruzioni in rovina, forse case pei servi e pei soldati, stalle per i cavalli e per gli armenti : ma strette ed alte, vicine e scaglionate lungo l'erto pendio, quasi sovrapposte l' una all'altra. Poi, sotto la cima, un palazzotto rettangolare, con le mura inclinate, anche esso quasi più alto che largo, con piccole finestre, con due grandi balconi sporgenti sotto al tetto. Poi, proprio sulla vetta, un'altra costruzione sullo stesso stile, ma alta, inverosimilmente alta e
sottile, ed anche essa con piccole finestre ed un immenso balcone. E dal suo tetto ne esce un'altra ancora, quasi una filiazione della prima ; anche essa alta alta, sottile sottile, con le finestrine e col balcone. Roccia, casa dei servi, palazzotto severo, castello estremo, la sua torretta superiore, formano nell' insieme come una piramide acuta, stretta, slanciata, dai profili rotti come in tanti scaglioni. Sulla cresta rocciosa che si continua allo sprone del castello sono i resti di mura e baluardi di difesa.
Vi sono anche salito, al castello di Ciktàn ; dentro è una desolazione : tutto in rovina. Solo un piano del primo palazzotto è visibile, quello dai bei balconi ; ma vuoto, spoglio, disadorno. Vi ho trovato soltanto una scultura in legno, molto primitiva, nella quale pare che due pesci stilizzati si avvolgano dinanzi a una figura umana. Poi, nella costruzione superiore, sporgono appena dalla muraglia, a sostenere una
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