276 CAPITOLO NONO
terra con i loro frutti che, seccati, dànno luogo anche ad una qualche esportazione. Altri alberi sono pochi salci e pochi pioppi : tanti quanti sono necessari per le case del villaggio e per le piccole industrie domestiche più o meno legate con la pratica dell' agricoltura. Ma passando dal Baltistàn all' Indo dei Dardi, gli albicocchi sembrano farsi più stenti e più radi ; e sempre più, quando a Calatzè si entra nel Ladàk. E più si penetra, verso Oriente, nel Ladàk, più gli albicocchi diradano ancora, diventano sporadici, spariscono addirittura. Nell' alta valle dell' Indo ladaco si può dire non ve ne sia più uno : restano solo i pochi salci e i pochi pioppi, piantati per
le necessità del villaggio : chè il paese non dà, spontaneamente, nessuna pianta arborea, pochissime anche solo arbustive.
Il paesaggio diventa, dunque, sempre più nudo e desolato. Ma oltrepassata la stretta gola del Rong incisa nel granito, a questo succedono quegli scisti argillosi che avevo già incontrato nel Purìg e nel Ladàk occidentale : la valle si allarga di nuovo, sempre più, diviene ampiissima, ed il paesaggio sempre più grandioso. Anzi, questo estremo tratto orientale della valle dell' Indo ladaco fa una ben strana impressione : più lo si risale, e più le linee, invece di farsi anguste e minute, — come sempre quando si risale una alta valle montana, — più si fanno larghe ed ampie. Il fondo stesso è tanto pianeggiante, che non si capisce, a prima vista, in quale direzioni corrano le acque dell' Indo : anzi, sovente, il vento che risale la valle e le increspa, ci dà la perfetta illusione che esse corrano a ritroso di quella che pur sappiamo essere la loro direzione. E i monti, che tutti superano i 5000, molti i 6000
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