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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0390 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 390 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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336   CAPITOLO DODICESIMO

della esplorazione, ed era legittimo il sospetto che il disegno fosse stato in parte architettato su incerte informazioni, in parte inventato.

Il mattino del primo luglio adunque riprendemmo la via, l' Alessio, l' Abetti, l' Antilli ed io, col Petigax e Jamna Prasad. Si accompagnava con noi anche il Ginori, per compiere al piede del Rimu una serie di osservazioni barometriche, le quali, coordinate con quelle della stazione di Dèpsang, dovevano darci un altro elemento per determinare la quota altimetrica della fronte del ghiacciaio. Prendiamo commiato dal Wood e dallo Spranger, che partiranno l' indomani con Shib Lal e con quaranta portatori, lasciando al campo base il solo Alessandri, col lambardar di Lè, Nono Stakzang, e con quattro uomini dei meno validi, per raccogliere il burzè e per i servizi del campo. Rasul Galwan partirà presto anch' egli per andare a raccogliere fra i Chirghisi di là del Caracorùm i mezzi di trasporto per farci valicare le catene che ci separano ancora dall' Asia Centrale.

La nostra comitiva ha quarantasei portatori, venti di Càrghil e ventisei del Làdak ; i più robusti portano doppio carico, per completare il trasporto delle provviste che ci abbisognano per l' esplorazione del Rimu, oltre al bagaglio del campo. Abbiamo un equipaggiamento leggiero di alta montagna : piccole tende alpine, col fondo di tela impermeabile, sul quale vengono distesi i sacco-letti, senza letti da campo, cucine con fornelli a petrolio Primus, e corredi personali ridotti a poche lane di ricambio. S' aggiunga il corredo alpinistico di corde, piccozze, racchette, e occhiali da neve per noi e per i portatori, i quali sono tutti convenientemente equipaggiati di abiti, di guanti e di scarpe ferrate.

Ci dirigiamo diritto a Ovest risalendo il torrentello che scorre innanzi al campo-base. Le carovane di portatori che ci hanno preceduto trasportando i viveri alla fronte del Rimu hanno fatto una traccia di sentiero attraverso il piano. La neve è quasi del tutto scomparsa, ed il terreno è ovunque, meno che in qualche breve tratto, asciutto e rassodato. In poco più di due ore giungiamo all' orlo occidentale dell' altipiano, ed abbiamo dinanzi a noi il Rimu senza alcuna cosa interposta.

Il bacino vasto, largamente aperto, incomincia in basso con un' ampia porta fra due vette coniche simmetriche, quasi del tutto spoglie di neve. Dietro essa si distende la porzione terminale e la fronte del ghiacciaio, che occupa tutta la larghezza della valle, circa tre chilometri, ed è formata dalla confluenza di due larghi tronchi del ghiacciaio ; uno che risale a settentrione e sporge appena colla estremità di dietro al promontorio roccioso sinistro notato ; l' altro, che sale in faccia a noi verso Ovest in un vallone terminante in un vasto bacino ai piedi d' una corona di grandi vette, dominate da un imponente monte centrale (7388) tutto angoli e spigoli duri, individuato da selle profondamente tagliate ai suoi lati (1). Una larga benda morenica segna la confluenza dei due tronchi glaciali, e si stende dalla loro fronte al promontorio

(') Questa vetta è ora designata dall' Ufficio Trigonometrico dell' India come Picco 50/52 E ; 24190 piedi s. m.