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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0392 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 392 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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338   CAPITOLO DODICESIMO

al cui piede essi si confondono, come una fascia nera fra le due candide colate di ghiaccio. Innanzi al ghiacciaio è un tratto di valle ampiissima, a fondo piano, occupata dai meandri dello Sciàiok e dei suoi rami d' origine, che si stende fino al piede delle pendici occidentali del Dèpsang, dove piega volgendosi direttamente a Sud.

Una breve combetta scende dall'orlo dell' altipiano ad un valloncino percorso da un ruscello che ha le sue origini a Sud in certi piccoli ghiacciai e divalla poi verso Occidente per gettarsi nel Cipciàk. Le sponde piatte del rivo sono coperte qua e là di minuscoli praticelli; e fra l'erbetta tenera è spuntata una timida primavera di fiorellini fra cui svolazza qualche farfallina bianca; un incredibile sollievo per i nostri occhi, che da tante settimane non hanno contemplato che pietre e nevi. V' è solo una specie di ranuncolo provvisto di stelo ; tutti gli altri fiori sono acauli, a fior di terra. Mettiamo in fuga sulle coste vicine un gran numero di agili gazzelle seguite dai piccoli, saltellanti come capretti. E giù al fondo della valletta, dove arriviamo in due ore e mezzo dall'orlo dell'altipiano, troviamo il nostro piccolo gregge di pecore guardato da due pastori. Mettiamo il campo sulla riva del Cipciàk, vicino alla confluenza del torrentello che abbiamo seguito in discesa. Il Cipciàk è in piena, torbidissimo; scorre in un letto di ciottoli poco profondo, largo un centinaio di metri; e cinque chilometri più sotto sfocia nello Sciàiok.

Vicino alle tende sono poche ossa imbiancate di cavalli; segno certo che di qui passava una via carovaniera. E infatti, vi fu un tempo in cui si poteva pervenire al Caracorùm proseguendo da Sassir su per la valle dello Sciàiok, e poi per quella del Cipciàk fino al piede del valico Indo-Centro Asiatico, contornando il blocco del Dèpsang, a vece di scavalcarlo. Questa via più conveniente e meno faticosa si dovette abbandonare perchè le strette della valle Sciàiok a monte di Sassir divennero impraticabili per l'avanzarsi di ghiacciai, i quali, sboccando dalle valli tributarie di destra, finirono per sbarrare ed ostruire completamente il vallone principale. Questi ghiacciai sono tre, e han nome, dal Nord al Sud, Grande (Ciòk) Cumdàn, Piccolo (Chien() Cumdàn, e Actàsh, sotto il quale y' è ancora un Piccolo Actàsh, che però non sembra aver mai raggiunto la valle maggiore in tempi recenti.

Le notizie che abbiamo di questi ghiacciai dimostrano che da circa un secolo or l' uno or l' altro, col variare in più o in meno del loro volume, hanno formato barriere o dighe di ghiaccio attraverso la valle Sciàiok, alternativamente sporgendo in essa fino ad incastrarsi colla loro fronte contro la opposta parete della valle, o ritirandosi di nuovo. Il fiume Sciàiok dovette scorrere nello stretto spazio rimasto aperto fra la fronte dei ghiacciai e la precipitosa parete sinistra della valle, oppure scavarsi man mano un passaggio sotto il ghiaccio avanzante, così da scorrere alla fine in una galleria, quando questo arrivò a completare lo sbarramento ('). Ma

(') Vedi nel Panorama della valle Sciàiok, presso a poco al centro, un esempio in scala ridotta di un ghiacciaio che protrude in una valle della catena Sassir da una valletta laterale, ed ha respinto il torrente fin contro la parete opposta. Una condizione simile a questa dell' alta valle Sciàiok, ma in