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0419 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 419 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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GHIACCIAIO RIMU

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Dopo un breve riposo, mi avvio su per la valle tributaria che sbocca accanto al luogo scelto per il campo. Vi scorre veloce un torrente dalle acque scure e silenziose, alimentato da un grosso ghiacciaio parietale che copre le pendici settentrionali della grossa vetta di roccie rosse 6305, e da un altro ghiacciaio che ricopre una sella dove termina la tributaria a non gran distanza. Non ebbi tempo di arrivare fino ad essa, e tornai al campo per ricevervi i compagni, reduci dalla stazione sul promontorio a cavaliere dei due sbocchi del tronco settentrionale del Rimu. Essi recavano una notizia che non era una delle minori sorprese di questo giorno, per noi tutti memorabile. Avevano trovato lassù un segnale di pietre, quello stesso che dal basso avevamo creduto un monolite, ed i segni indubbi del passaggio del Wood e dello Spranger che vi avevano fatto stazione, collegando cosi in modo perfetto il loro lavoro topografico con quello dell' Alessio e dell' Abetti. Essi avevano traversato una bassa sella a Sud e a Occidente del valico Caracorùm pervenendo ad una gran valle defluente verso Nord. Seguendola a monte, erano stati condotti direttamente a questa propaggine del Rimu, 17 Km. più sopra, due soli giorni prima del nostro arrivo nel medesimo luogo.

Lo Spranger narrerà, in un capitolo successivo, come essi riconobbero poi nella valle e nel fiume che vi scorre il corso superiore del fiume Iàrcand, la cui origine è quindi da porsi nel tronco settentrionale del ghiacciaio Rimu. Essi ne risalirono più tardi i principali tributari, completando la carta di tutto il suo bacino superiore. Dirò in appresso del significato di questa scoperta, in relazione colla geografia della regione. I lavori topografici ci trattennero un giorno intero in questo campo circondato dalle belle architetture delle rocce calcari, con colori caldi gialli e rossi, che al tramonto si accendevano di toni ardenti d' oro e di sanguigno. I portatori avevano trovato di che far fuoco con una pianticella secca, e ci recavano dalle coste vicine mazzolini di aster con petali color lilla pallido.

Riprendemmo la via il 19 luglio, risalendo direttamente questo tronco del Rimu lungo il suo orlo sinistro. L' Alessio e l' Abetti col Petigax si tennero dapprima al centro del ghiacciaio per accertare l' altezza del punto dove si separano gli spioventi verso i suoi due sbocchi, che è di 5495 metri. L' aria era torbida, coil' apparenza piuttosto di pulviscolo sospeso, che di vapori. La superficie del ghiacciaio per larghi tratti è tutta impregnata d' acqua, che sembra stagnante, coperta d' una sottile crosta di ghiaccio che di quando in quando si rompe sotto il piede e ci fa affondare a metà gamba. Più in alto corsi d' acqua discretamente larghi e profondi ci tagliano la via, e ci facciamo traghettare dai portatori sulle loro spalle. Ci dirigiamo verso il piede di un contrafforte che sporge dalla parete sinistra della valle, sperando di trovarvi un luogo acconcio per il campo. Oltrepassiamo lo sbocco di vari ghiacciai tributari che scendono da questo lato, fra contrafforti rocciosi ; mai più grandi affluenti sono sul lato destro della valle, formato da magnifici gruppi di monti, con profonde insenature e valloni tutti riempiti di ghiaccio. All' ingresso delle valli vi sono come delle quinte di rocce calcari che formano loro porte d' uscita e ad un tempo sono dei

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