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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0446 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 446 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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374   CAPITOLO TREDICESIMO

quale direzione sia il pendio del fondo. Quante volte, anche nel seguito, ci siamo fermati a discutere se avessimo, o no, superato una linea di displuvio !

Comunque, un progresso avevamo ormai fatto, uscendo dal bacino del Cip-ciàk e cioè dello Sciàiok : dovevamo essere in quello del Caracàsh. La gran doccia proseguiva verso Oriente, e a noi non conveniva di abbandonarla. E proseguimmo cosi con tempo avverso, fin dove essa si slarga, e decidemmo di porre il campo in un punto del suo margine al riparo dal vento. Quale maraviglia quando proprio nel punto scelto trovammo traccie evidenti di una tenda : le rispettammo, piantando le nostre poco più in là. Dovevano certo essere traccie di Sven Hedin ; e dal nome dell' esploratore prese nome il nostro campo.

Egli, Sven Hedin, non deve però essere arrivato qui per la via del Cip-ciàk, ma per una più settentrionale ; nè, di qui, deve aver seguito la valle che poi continuò a segnare il nostro cammino, ma deve averne superato il fianco sinistro, raggiungendo il Caracàsh assai più a valle di quanto non abbiamo fatto noi.

Noi continuammo quella via che le condizioni topografiche ci indicavano, e raggiungemmo in due tappe il Caracàsh nella località, probabilmente, che le carte segnano col nome di Dong Lung. Qui si fece un deposito di viveri per il nostro ritorno, lasciando anche le pesanti nostre raccolte litologiche.

A Dong Lung sorsero i primi dubbi : la via naturale da Occidente ad Oriente era di netto troncata dalla valle del Caracàsh : dovevamo discender questa verso Settentrione o risalirla verso Mezzogiorno ? Prendemmo la seconda decisione, sperando di trovar presto un valico nel fianco montuoso che la serra dalla parte di Oriente.

Il fondo della valle del Caracàsh era una sola grande lastra di ghiaccio : il candore del fondo contrastava stranamente col colore nerastro dei fianchi rocciosi. Solo qua e là la gran lastra era rotta, ed ai suoi piedi il fiume correva calmo e solenne. Si pose il nuovo campo al margine di un pendio di detriti che sembrava offrirci una via verso la nostra meta : intorno era uno strano paesaggio fantastico di guglie calcari, sorgenti dritte dalle superfici dolci di scisti antichi.

Da questo campo cominciarono le nostre avversità. Credevamo che dal colle al quale eravamo diretti saremmo scesi nelle pianure sconfinate delle Lingzi-Tang. Raggiuntolo, vedemmo invece una valle che scendeva verso Sud, al Caracàsh. La risalimmo fino alla sua testata in un alto valico di roccia : di là si apriva un' altra valle, occupata da un ghiacciaio nel suo circo superiore e che scendeva verso Nord, essa pure, al Caracàsh. Giornata estremamente faticosa, e sconsolante nei suoi resultati. Piantammo, spinti dalla fatica, le nostre tende in un piccolo spazio libero di neve : a stento si trovò combustibile.

La carovana sussidiaria avrebbe dovuto far ritorno ; ma siccome potemmo giudicare che scendendo giù per la valle avrebbe raggiunto Dong Lung in una sola tappa, e siccome d' altra parte sapevamo che il domani ci aspettava una marcia anche