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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0450 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 450 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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378   CAPITOLO TREDICESIMO

star bene attenti agli indizi di umidità del terreno. Se un po' di acqua affiorava tra i ciottoli, era una ricchezza ; qualche volta vi abbiamo rinunciato, per non prolungare troppo la marcia, e allora bisognava tentare con buche scavate nel fondo alluvionale. E il fuoco ? Generalmente, fino alle Dèpsang si ricorreva ad una piccola pianta, burze, .che dal brevissimo fusto irradia i suoi rametti legnosi rasente terra. Nella valle del Cip-ciàk ne trovammo ; ma quasi mai nel seguito del nostro cammino. E allora, per accampare, bisognava scegliere un posto che, oltre agli altri requisiti, mostrasse quello di avere in vicinanza sterco di yak selvaggio, e, ben inteso, non sterco fresco. Però, — tutto considerato, — queste difficoltà non sono che attrattive della esplorazione.

Una difficoltà, — piccola, perchè non bisogna esagerare, — ci fu data dalle condizioni meteorologiche locali : oltre al vento impetuoso, che ci perseguitò quasi sempre. Al di là dell' ampio e depresso valico al quale eravamo giunti, ed insino a Taldàt, ogni giorno, nelle prime ore pomeridiane, avevamo una tempesta : il cielo si oscurava rapidamente, il tuono martellava secco e violento, poi si scatenava una mitraglia di grandine per una buona mezz' ora, dopo la quale un po' per volta tornava il sereno. Non avevo mai veduto grandinate così abbondanti come queste degli altipiani tibetani : tutto il paesaggio ne assumeva un aspetto completamente invernale ; nè la gragnola era veramente simpatica, quando picchiava inesorabile sulle nostre persone.

Ma le nostre peripezie furono tutte qui. In cambio avevamo godimenti infiniti : un po' per quella stessa vita di libertà senza fine, — nessun essere vivente all' infuori dei branchi di heràn, le svelte gazzelle tibetane, — un po' per l' ignoto che ad ogni marcia ci attendeva, un po' per quella attrazione indicibile che viene dalla necessità di trovare da sè la propria via e superare da sè ogni difficoltà, — molto in fine, per i resultati scientifici che ai nostri occhi di appassionati parevano, — e sono stati realmente, — di un grande interesse per la conoscenza geologica della regione.

Interessanti per lo studio delle forme d' altipiano ; interessanti per la constatazione dell' altissimo livello del limite attuale delle nevi e della quasi assoluta mancanza di traccie di una maggiore espansione di ghiacciai nel Periodo Glaciale ; interessanti per i resti di vecchi estesi laghi, resti che nelle zone pianeggianti delle Lingzi-Tang si hanno o sotto forma di potenti depositi e di terrazze od anche di laghetti attuali. Ma tutto ciò riguarda la storia geologica recente. Però anche per ricostruire quella antica abbiamo raccolto elementi di osservazione e documenti, abbondanti e interessanti : i quali permetteranno, — più che non si potesse fin ora, — di ricostruire le condizioni dei mari nei quali questi terreni si depositarono e la loro età, e la età nella quale furono piegati e sollevati in questa gigantesca zolla della Terra, e le irregolarità con le quali questi potenti movimenti della crosta terrestre

si verificarono.

I documenti ? Sono i fossili. A partire da quel valico ampio e depresso, al quale mi sono dianzi fermato, ne abbiamo sempre trovati. Uno dei nostri campi ebbe il nome di « campo dei fossili », tanto grande ne era la abbondanza e la varietà nelle