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0459 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 459 (Color Image)

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doi: 10.20676/00000174
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ATTORNO AL CARACORUM   387

lingue crescessero di più, lo Sciàiok ne sarebbe sbarrato. E di fatti, — se di uno sbarramento prodotto dal Gran Cumdàn esiste più che altro la tradizione, — di uno provocato dagli altri due ghiacciai esiste anche la prova : nei depositi terrazzati che occupano il fondo della valle a monte di ciascuno di quelli. Coi quali sbarramenti e conseguente ristagno delle acque, le quali poi ruppero la barriera di ghiaccio precipitando giù per la valle rovinose, sono certamente legate quelle catastrofiche onde di piena che devastarono qualche diecina di anni fa le oasi della media e bassa valle Sciàiok e delle quali raccolsero notizie alcuni dei vecchi viaggiatori.

Più in basso ancora si affaccia un quarto ghiacciaio, ed è il Piccolo Akhtàsh ; ma esso non raggiunge il fiume : si arresta a mezzo il fianco, e rimane sospeso sopra l' ammasso delle sue morene. Dalla sua fronte si apre tutta la valle Sciàiok, fino al guado di Sassìr.

Lì ci fermammo, per tornare indietro. E ritornammo, presso a poco per la stessa via, fino al vecchio campo sulla riva dello Sciàiok di fronte allo sbocco del Cip-ciàk. Poi continuammo ancora fino alla grande fronte del Rimu, e lì ristemmo : il rilievo itinerario continuava, e continuavano le solite raccolte. Trovammo ancora nuovi fossili, in abbondanza.

Venne la volta, anche per noi, di salire sul Rimu, il gran ghiacciaio d' altipiano che snoda le sue tre immense colate verso la fronte terminale. Attaccammo questa verso il suo centro, senza difficoltà. Ma le difficoltà vennero ben presto, appena cioè raggiunta la superficie del ghiacciaio, dilaniata di seracchi di guglie e di piramidi. Ma quello che ci era già parso grandioso nelle lingue dei Cumdàn e degli Akhtàsh era quasi microscopico di fronte alle gigantesche forme di fusione del Rimu. E non era sempre facile nè, talora, privo di pericolo trovar la propria via in quel dedalo immenso. Ricorderò soltanto che un corso d' acqua superficiale, — nei nostri ghiacciai alpini le acque superficiali di fusione si passano con un salto, — richiese tre ore di tentativi infruttuosi prima di poter esser superato : tanto era largo e fondo e tumultuoso. E si potè superare solo per mezzo di un esile ponte di ghiaccio, per raggiungere il quale dovemmo scendere una parete ertissima, dall' alto minacciata da continue cadute di sassi, verso il basso precipitosa sopra il baratro del fiume, li profondamente incassato dentro la massa del ghiacciaio.

Ma traversammo, senza alcun incidente, tutta l' ampiezza della fronte, raggiungendo il margine sinistro della lingua principale ; e lungo esso il cammino, su per le morene, fu più spedito ; vi facemmo due campi. Il tempo fu spesso avverso. In uno dei due campi, però, dovemmo fermarci.

Credevamo, infatti, di trovar provviste per la nostra carovana ; ed in questa speranza, ed anche perchè gli uomini fossero più leggieri, avevo lasciato parte delle nostre ai piedi del ghiacciaio. Ma quando ci accorgemmo che di provviste non vi