LO SPARTIACQUE TRA IL GHIACCIAIO RIMU ED IL VALICO CARACORUM 395
nostre voci lo fece fuggire rapido come un razzo. Di là del bacino, avendo avviato su per la valle i portatori ed i Gurka, il Wood ed io, cogli strumenti topografici, prendemmo a salire per una valletta erbosa, e poi per pendii di detriti e una china nevosa, fino ad una vetta di roccia frastagliata alta 5808 m. s. m. dove facemmo una riuscita stazione, con atmosfera limpidissima, che ci diede modo di vedere e di riconoscere non solo i picchi del Dèpsang e del Rimu, ma anche il K 32 nella catena Nubra-Sciàiok, ed i lontani Gasherbrum del bacino del Bàltoro. Scendemmo rapida-
Ghiacciai ricoprenti la parete destra della prima Tributaria Occidentale della Valle Iàrcand.
mente sull' altro versante per lunghi pendii di detriti mobilissimi fino al campo piantato dai Gurka in fondo alla valle.
L' indomani il tempo era meno favorevole, e ci contentammo di risalire la valle senza fare alcuna stazione. L' ampio fondo di valle, pieno di ciottoli, era solcato dai vari rami del fiume che ora si separavano, ora si congiungevano ; ma la corrente principale scorreva ai piedi della ripida e terrosa parete sinistra, costringendoci a tagliarne la china in alto al di sopra del terreno franoso. Il tempo finì per guastarsi del tutto, ed incominciò a piovere, poi a nevicare.
Arrivammo alla parte superiore della valle, dove essa si slarga in un bacino pianeggiante, coperto di fini detriti. Vi discendono da Sud due ghiacciai, e verso Ovest la valle è sbarrata in tutta la sua larghezza da un alto muro di ghiaccio, l' estremità del ramo settentrionale del Rimu, che avevamo creduto di riconoscere
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