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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0484 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 484 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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408   CAPITOLO QUATTORDICESIMO

catene del Rimu e del Caracorùm, e le continue raffiche di pioggia e di neve resero difficile ed incompleta l'esecuzione della nostra stazione. Tornammo nella valle, scendendo il versante opposto del monte, ed attraversata la massa di detriti morenici lasciati dal secondo ghiacciaio, trovammo le nostre tende piantate su un vasto ripiano acquitrinoso che probabilmente rappresentava il fondo di un laghetto formatosi a monte dei due ghiacciai, quando essi chiudevano il corso del torrente.

Da questo punto raggiungemmo la testata della valle in una tappa. All' ingresso del circo superiore, un altro ghiacciaio scendente da Sud, coperto di detriti morenici, sbarra la valle lasciando soltanto uno stretto passaggio per le acque del torrente che si infrangono tumultuanti contro i grossi blocchi che riempiono la stretta fra la fronte del ghiacciaio e l' opposto fianco della valle.

Superiamo 1' ostacolo in due gruppi, il Wood salendo sul ghiacciaio e traversandone la fronte, il Petigax ed io tagliando la costa sinistra scoscesa e coperta di sassi malsicuri, sopra la stretta dove scorre il torrente, e ci troviamo a monte del ghiacciaio, in una vasta cerchia di monti, dove scendono ghiacciai da Sud e da Sud-Ovest. Verso Nord-Ovest è una sella poco elevata e non nevosa. Il Wood decide di fare subito una breve ricognizione su per una valletta ghiacciata verso Sud, mentre il Petigax sarebbe salito al colletto verso Nord-Ovest, ed io ridiscendevo la stretta per far mettere il campo su un ripiano a valle di essa.

Il Wood raggiunse un' altura accanto al bacino d' origine d' uno dei ghiacciai meridionali, e potè constatare che le valli del circo non sono molto lunghe, mettendo a insellature non lontane. Il Petigax aveva veduto che di là della sella settentrionale scende verso Occidente una valle che sembrava facilmente percorribile.

L' indomani facemmo una stazione su una cresta della parete settentrionale, ma non potemmo raggiungere una vetta nevosa sullo spartiacque della valle perchè di accesso troppo difficile per i portatori. Malgrado l' aria torbida, avemmo modo di rilevare le vette attorno alla testata della nostra valle, e, semivelate, quelle del gruppo montuoso che ci separava dall' alto bacino dello Iàrcand ; ma i monti del Rimu e dello spartiacque principale erano avvolti da dense nubi. Era tuttavia evidente che v' era uno spazio considerevole interposto fra l' estremità della nostra valle e lo spartiacque del Caracorùm, formato a Sud di noi dalla catena del Teram Cangri sovrastante al ghiacciaio Siàcen ; spazio occupato dalla testata del vallone a cui ci eravamo affacciati il 13 luglio a Settentrione del Rimu, dalla sella a cui termina la

prima tributaria dello Iàrcand ; vallone che ritenemmo potesse essere l' alto Oprang. Lasciando Shib Lal coi suoi portatori a rilevare il circo superiore della valle,

riprendemmo la via in discesa, per tornare nella valle Iàrcand. Il 17 settembre salimmo

ancora sulla cresta a sinistra della valle, e vi facemmo una riuscita stazione. Verso Nord si stendeva un dedalo inestricabile di monti, tutti detriti e roccie frastagliate, nudi di neve, fino al lontano orizzonte dove si intravedeva una catena di cime nevose. Verso Occidente la vista era tagliata da una cresta ghiacciata. La sera stessa, a tarda ora, eravamo di nuovo accampati allo sbocco della terza tributaria di Occidente nella