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0506 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 506 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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426   CAPITOLO QUINDICESIMO

missione a Càshgar (1873) (`). Non si può negare che la scoperta narrata dallo Spranger nel capitolo precedente di alcuni oggetti depositati in un ripostiglio della roccia nella terza tributaria dello Iàrcand, pochi chilometri sopra la sua terminazione (2), sembra dare una esplicita conferma della esistenza di questa via.

D' altra parte, la configurazione geografica della regione, ed i formidabili ostacoli interposti fra Khàpalun e la valle Nubra, fanno rimanere perplessi e dubbiosi. Lo Spranger ha descritto le difficoltà incontrate nel percorrere la tributaria dello Iàrcand per dove dovrebbe passare questa scorciatoia fra il Bàltistan e 1' Asia Centrale. Per lunghi tratti si è costretti a camminare nel letto stesso del fiume, e questo è soltanto possibile durante la magra del tardo autunno, quando deve presumersi che i passi più alti siano chiusi dalle nevi. La comitiva esplorativa del Wood ebbe nevicate abbondanti già alla fine di settembre, ad una altezza di appena 4500 metri. Dai punti di osservazione raggiunti sopra l' ultimo campo nella valle, poterono assicurarsi che per oltre 30 Km. a monte non v' era alcuna depressione o intaglio nelle catene verso Sud-Ovest, nella direzione del Caracorùm. Infine, il supposto valico al sommo della valle, deve condurre ad un' altra valle intermedia (probabilmente la Oprang), che si dovrebbe ancora traversare prima di intraprendere il valico della catena Caracorùm. Certo è che fino a quando non sia compiuta 1' esplorazione della valle Oprang, questa questione non potrà essere chiarita.

Ma vi sono tradizioni di altre vie che venivano percorse un tempo attraverso i ghiacciai di questa parte del Caracorùm, ed i Workman, nella loro ultima spedizione del 1912 al ghiacciaio Siàcen, hanno scoperto indizi interessanti che sembrano confortarle di prove concrete. I Workman pervennero allo Siàcen, come già il Longstaff tre anni prima, risalendo da Càpalun la valle Sàltoro, tributaria dello Sciàiok, (") poi il ghiacciaio Bilafon fino al valico dal quale un altro ghiacciaio, il Lolofon, discende

e) Riferisce Sir T. D. FORSYTH (nel Report of a Mission to Yarkund in 1873; Calcutta, 1875, Nota a pag. 248) che alla testata della valle Nubra esisteva una via attraverso la catena del Caracorùm, pel passo Chorbat, la quale raggiunge il fiume Iàrcand a Kufelang (Khàpalun). (Secondo la Carta indiana però, il valico Ciorbat trovasi sulla catena divisoria fra l' Indo e lo Sciàiok, e collega Hanu con Càpalu).

Lo stesso scrive Sir HENRY TROTTER (On the Geographical Results of the Mission of Kashgar, under Sir T. Forsyth, in 1873-74; Jour. Roy. Geog. Soc., Vol. XLVIII, 1878, pag. 173), aggiungendo che questa via, un tempo molto usata dai mercanti balti, era nel 1873 seguita di raro, ed impraticabile ad animali da soma. Un altro accenno di una via fra l' alto Iàrcand e Nubra troviamo nel libro di T. E. GORDON (The Roof of the World, pag. 15), dove si afferma pure che nel 1873 vi passavano tuttora i Balti. Il WOOD mi segnala poi una testimonianza molto più antica di tutte le precedenti, quella di MIR IZZUT OOLAH, un agente del Moorcroft, che informò della esistenza di questo passo nel 1812. Il suo rapporto è ristampato nel Jour. Roy. Asiatic Soc. del 1842.

  1. Si tratta di una borsa da sella, contenente varie copie stampate del Corano, qualche indumento e un po' di thé. Lì da presso si trovò qualche recipiente da cucina e il calcio di legno d'un fucile indigeno. Entro uno dei libri erano tre lettere, con scritto bene conservato, datate da circa dieci anni prima. Non fu possibile rintracciarne i destinatari.

  2. Visitata anche dal DAINELLI nel dicembre 1913.