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0507 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 507 (Color Image)

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doi: 10.20676/00000174
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TOPOGRAFIA DEL GHIACCIAIO RIMU   427

a confluire colla parte centrale dello Siàcen. Su una cresta morenica, poco sotto il valico Bilafon, è un antico luogo di campo, noto col nome di Ali Bransa, dove trovansi otto tugurii di pietra abbandonati da tempo. In faccia alla confluenza del ghiacciaio Lolofon, sbocca nello Sciàcen da Oriente un altro grande affluente, il ghiacciaio Tarim Sher, lungo 20 Km., la cui sommità, come ho detto, è collegata per una sella col bacino superiore del Rimu Centrale. Il nome Tarim Sher, in lingua turchestana « città-oasi », designa veramente un promontorio coperto di chine erbose che forma l' angolo meridionale alla confluenza del tributario collo Siàcen, e su di esso i Workman trovarono un muro circolare con un diametro di quattro metri, entro cui erano disposte grandi corna di ibex (stambecco himalaiano) attaccate a sezioni di crani. Nella valle Sàltoro si racconta che un tempo in questa oasi si incontrasse la gente venuta da Iàrcand con quella del Bàltistan, per trafficare mercanzie (`)•

Infine, un' altra scoperta di molto interesse fu quella dei resti di due piramidi di pietre, anch' esse certamente ammucchiate da uomini, sopra uno sperone alla base di un grande affluente del circo superiore dello Siàcen, il quale discende da una sella sulla cresta dello spartiacque principale del Caracorùm, cui la Signora Workman diede il nome di Turchestan La. Questo sembra essere il valico che il Col. Sir Francis Younghusband tentò di raggiungere nel 1889 da Nord risalendo il ghiacciaio Urdok, che discende da esso nella valle Oprang. (`) Il valico è alto 5855 m. s. m. ; e la Signora Workman vi salì senza troppa difficoltà dal piede del ghiacciaio. La discesa verso la valle Oprang è, almeno per un tratto, precipitosa e più difficile.

Le vestigia che ho enumerato sembrano distribuite come segnacoli sulle vie teoricamente possibili attraverso questa regione. Pervenuti da Càpalu ad Ali Bransa, presso al Bilafond La, una via condurrebbe giù pel ghiacciaio Siàcen a Nubra, dopo aver traversato 72 Km. di ghiacciai. La Signora Workman obbietta, contro la probabilità che sia stata in uso, la difficoltà di percorrere la metà inferiore dello Siàcen e la impossibilità di guadare il fiume Nubra in tutta la stagione calda, dal maggio alla metà di settembre (3).

Una seconda via traversa collegherebbe Càpalu (Sciàiok inferiore) con Iapcèn, presso 1' origine dello Sciàiok stesso, per Ali Bransa, lo Siàcen, il Tarim Sher e il Rimu, traversando 100 Km. di ghiacciai. Nelle condizioni attuali dei bacini superiori del Tarim Sher e del Rimu, attraversabili solo da chi abbia una esperta conoscenza dei ghiacciai, in carovane legate, è certamente da escludere che possano passarvi comitive di indigeni.

Infine, risalendo lo Siàcen, fino alla sella Orientale della sua testata, o Turchestan La, si potrebbe pervenire pel ghiacciaio Urdok alla valle Oprang, e da essa alla Iàrcand vuoi per il passo Aghil, vuoi per un valico alla testata della seconda o della

(1) Vedi a pag. 160 del citato libro del WORKMAN.

e) Vedi F. E. YOUNGHUSBAND, The Heart of a Continent; Londra, 1896, cap. X, pag. 230 e segg.

(3) Vedi il libro dei WORKMAN, a pag. 221.

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