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0525 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 525 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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VALICHI CARACORUM, SUGHET E COCART   445

per essa va la così detta via degli altipiani fra Lè e Iàrcand, per l'Acsàe Cin e il Lingzi Tang. A non gran distanza sopra Sughèt sono le cave da cui si estraggono da secoli i blocchi di giada, che vengono poi intagliati e trasformati in mille oggetti

  •  ninnoli di gran pregio dagli artisti cinesi. Anche le acque del Caracàsh rotolano più d' un ciòttolo del prezioso minerale (').

Sotto a Sughèt Caròl il Caracàsh piega a Sud mettendosi in una stretta di monti, nella quale, a pochi chilometri di distanza, è il forte di Sciaidulla, costrutto dal wazir del Làdak, per conto del Governo del Cashmir, nel 1864 (2), ed occupato da truppe del maharagia per due anni, durante una insurrezione dei Turchestani contro i Cinesi. Vi trovò la guarnigione il Johnson, nel 1865 ; lo Shaw e lo Hayward, nel 1868, lo trovarono già presidiato da truppe del Turchestàn. In questa temporanea occupazione del Cashmir deve avere la sua ragione d' essere la frontiera segnata tuttora sulle carte più recenti fra gli Stati del Maharagia e la Cina, che segue la cresta del Cuen Lun, e non sembra avere alcun fondamento, nè in un attuale possesso, nè nella geografia, essendo evidente che la frontiera naturale fra l' India e l'Asia Centrale è lo spartiacque del Caracorùm.

Nessuno dei nostri predecessori fa menzione del forte di Sughèt (che non è neppure indicato sulla Carta francese dell' Asia al milione, F° 40° N ; 78° E, del 1901). Nel 1857, quando vi passò Adolfo von Schlagintweit, y' era qui un semplice luogo di campo, e non y' è alcuna menzione d' un forte in questo luogo nelle relazioni delle due Missioni del Forsyth (1870 e 1873). Questo avamposto deve perciò esser

(I) La provenienza delle giade cinesi dalla valle del Caracàsh era nota anche prima che vi fos-

sero pervenuti gli Europei. WILLIAM MOORCROFT, nel 1822, ne ebbe contezza a Lè : « Nel letto del Dereas Kara, o Fiume Nero, si trovano ciottoli chiamati Yushm in lingua turchestana, che sono quasi trasparenti, perfettamente bianchi e senza macchie, e sono molto apprezzati in Cina ; e soldati cinesi stanno di guardia sulle rive del fiume per impedire che i privati ne raccolgano, poiché questi diaspri,

  •  agate, sono ora riservati per l' uso esclusivo dell' Imperatore. (Vedi Notice on Khotan, From Papers of the Late Mr. William Moorcroft; Jour. Roy. Geog. Soc., Vol. I, 1831, pag. 238, che contiene anche a pag. 244, in nota, una descrizione delle proprietà soprannaturali attribuite alla giada).

Precisi particolari sulla industria delle giade si trovano nel citato libro di ROBERT SHAW (pag. 473

  •  segg.), il quale informa che « kash » (Karakash, Yurung Kash ecc.) significa giada in lingua turca. Il Dott. Stoliczka, geologo della seconda missione del Forsyth, dà una descrizione tecnica delle miniere

  •  dei giacimenti del minerale a pag. 464 del citato Rapporto del FORSYTH. Vedi anche il testo e la nota sulla giada della Cina a pag. 219 di Cathay aud the Way Thither del YULE.

Il Dr. CAYLEY descrisse una delle cave della valle Caracàsh nel Macmillian' s Magazine dell' Ottobre 1871. H. von SCHLAGINTWEIT dedica alle giade del Cuen Lun un intiero capitolo (Op. cit., Vol. IV, pag. 160 e segg.), studiandole mineralogicamente (varietà Saussirite, Nefrite, Giadeite) e nei loro rapporti colle nefriti archeologiche.

(z) Così afferma il SHAW, (op. cit., pag. 107). Secondo lo HAYWARD, il torte sarebbe stato occupato da truppe cashmire dal 1863 al 1866 (1. c., pag. 49) ; d' altra parte, Adolfo von Schlagintweit trovò che v' era già un forte a Sciaidulla nel 1857, sebbene vuoto, (op. cit. di H. von SCHLAGINTWEIT Vol. IV, pagg. 231 e 258).