国立情報学研究所 - ディジタル・シルクロード・プロジェクト
『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

> > > >
カラー New!IIIFカラー高解像度 白黒高解像度 PDF   日本語 English
0530 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 530 ページ(カラー画像)

New!引用情報

doi: 10.20676/00000174
引用形式選択: Chicago | APA | Harvard | IEEE

OCR読み取り結果

 

450   CAPITOLO SEDICESIMO

a Sciaidulla, sulla riva destra del Caracàsh. Passiamo un pomeriggio in piena arcadia. Da un pezzo non c' eravamo più trovati a tanta festa, in mezzo ad una scena così deliziosamente pittoresca di dolce semplicità agreste.

Gli akoi sono abitazioni mobili, ben più solide d' una tenda, simili alla jurta mongola e alla chibitca dei Calmucchi e dei Chirghisi della steppa russa, in uso da tempo immemorabile presso tutti i popoli nomadi dell' Asia. La costruzione è delle più semplici e più ingegnose. V' è uno scheletro di legno formato da un cerchio verticale di graticciato a losanghe, alto poco più d' un metro, al cui orlo superiore sono fissate torno torno una serie di lunghe bacchette, che si curvano a formare una cupola emisferica collegandole per l' altra estremità ad un cerchio alto tre-quattro metri dal suolo. Su questa armatura sono tese pezze di spesso feltro, di forma conveniente, perfettamente connesse. V' è una apertura coperta da una cortina di feltro per la porta ; e il cerchio al sommo della volta serve da finestra e da camino per il fumo ; la sera, spento il fuoco, anch' esso vien chiuso tirandovi sopra un feltro (').

Mentre si sta montando il nostro campo, siamo invitati ad entrare in uno dei akoi. Nostri ospiti un giovane chirghiso con tre donne e tre bimbi. Le donne hanno fattezze mongole non troppo accentuate ; hanno le dita inanellate e sono vestite di lunghe vestaglie a striscie colorate ; una, più anziana, ha una veste di seta di Bocàra, dai colori vivaci a forte contrasto. Ma la parte originale del costume è l' acconciatura del capo, sormontato da un grande turbante o berrettone alto 30-40 cm. detto calak, fatto d' una mussola bianca che cinge anche il collo incorniciando il viso. Questa benda è avvolta sopra e copre interamente un berretto di stoffa di cui sporgono due alette sulle orecchie e una lunga benda sul dorso, coperte di fini ricami. Quando si mettono in gala, arrotolano ancora sopra il calak delle bende ricamate, con frangie e pendagli. I bimbi, vestiti come gli uomini, coi loro cappelli a cono, sembrano piccoli clown. Le madri seguitano a nutrirli finchè sono grandicelli, di tre o più anni (2).

Nel centro della camera è il focolare, e vari bricchi di ottone e di rame colle forme e gli ornati caratteristici dei due Turchestàn. In faccia alla porta è una gran pila di feltri, tappeti, cuscini, coperte trapuntate, tutta la masserizia dei letti, ripiegata e rassettata in buon ordine. A destra di chi entra, per mezzo di alcune stuoie

(') MARCO POLO descrive tende mòngole identiche a quelle chirghise. Il YULE nota che questa tenda-capanna è comune a tutte le tribù nomadi dell' Asia Centrale. La porta è variamente orientata a seconda dei venti predominanti. IBN BATUTA, il RUBRUQUIS, il CARPINI, descrivono grandi junte erette sulle piattaforme di carri a ruote (vedi il Polo del YULE, 2' ed., Vol. I, pag. 244 e la nota a pag. 245). Ma la loro antichità è anche più remota. Erodoto descrive le case mobili degli Scìti, gli aborigeni dell'Asia Centrale; che più? non parla Eschilo degli « Scìti nomadi, le cui case su tralicci di canne sono montate su ben adatte ruote » ? (nel Prometeo Incatenato).

() Lo stesso accade nel Tibet, e anche tra gli Indiani, dove è comunissimo l' allattamento protratto fino alla nascita d' un figlio successivo. F. W. UP DE GRAFF narra che lo stesso costume si ritrova presso gli Atipa, tribù indiane del bacino superiore delle Amazzoni, le cui donne non svezzano i bimbi fino a oltre tre anni di età (Head Hunters of the Amazon, Londra, 1922, pag. 213).