National Institute of Informatics - Digital Silk Road Project
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Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 | |
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1 |
A bridge over the Saigan RiverPonte sul Saigàn. |
DA SURCOVAT A CASHGAR 501
La via corre lungo le oasi, sul margine del deserto, e le belle tinte autunnali gialle e rosse della campagna sembrano sollevarci dalla arsura del sole caldissimo. Verso Occidente si profilano nella atmosfera polverosa catene di colli, propaggini del Pamir. Più tardi il cielo diventa suffuso dell' oro del tramonto, mentre traversiamo un tratto d' oasi, dove da tutti i viottoli sboccano sulla strada asinelli carichi del raccolto del granturco, e genti e bestiame di ritorno dai campi e dai pascoli.
Ponte sul Saigàn.
Facciamo tappa a Cök Robat, e ci disponiamo alla meglio in un cortile di serai cedutoci da tre mercanti arrivati prima di noi. Le due tappe successive sono nel deserto, un piano sconfinato, senza dune, color giallognolo, cosparso di ciottoli e di pietre, con qualche stria e qualche macchia bruna o verdastra formate dai ciuffi di una pianta spinosa. La via ampiissima, ma non abbastanza per i cocchieri che fan serpeggiare i carri di qua e di là di essa, è segnata dalle piramidi gialle dei fotai che si vedono di lontano. Oltrepassiamo Ak Robat, un semplice recinto di mura dì pisé, accanto a un pozzo profondo una trentina di metri, e proseguiamo fino a Chisil Basàr, misero villaggio in una piccola oasi, dove disponiamo il bivacco in un cortile vuoto. Non y' è acqua corrente • solo un grande serbatoio-cisterna per i bisogni del paese.
Subito fuori di Chisil Basàr si passa accanto ad un immenso cimitero, con varie tombe monumentali. Siamo nel distretto di Ianghi Hissàr, tutto seminato di rovine
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