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0602 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 602 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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510   CAPITOLO DICIOTTESIMO

di esistenza tranquilla e ordinata per il Turchestàn ; perché fu anch' esso riempito dalle discordie, le guerre di usurpatori, le successioni carpite con omicidii, ecc. Alla morte di Tuglùk, Kamaruddìn Dughlàt, governatore di Càshgar, si impadronì della città uccidendo tutti i figli del predecessore, eccetto l' ultimo nato, Khizr Khogia ('). Ma non fu lasciato godere in pace dei frutti del suo tradimento, perché durante il suo governo e quello di Khizr Khogia, che gli succedette nel 1383, il Turchestàn, o Moghulistàn, come lo si chiamava tutt' ora, venne invaso cinque volte dagli eserciti di Timur Lang, Timur lo Zoppo (il famoso Tamerlano), signore di Samarcanda. Dopo

l' ultima campagna, il paese, completamente devastato, rimase soggetto ai Khan mogòl di Samarcanda per oltre un secolo e mezzo, pieno sempre di divisioni e di lotte cruente con formazione di regni separati transitorii.

Sul principio del secolo XVI regnava un nipote di Tamerlano, Ababakar Mirza (2), sovrano despotico e crudele, che trovò nuove fonti di ricchezze nelle spogliazioni delle città e dei tumuli sepolti nel deserto, alle quali impiegava condannati ai lavori forzati. Egli fece di làrcand la capitale del regno. Ebbe a lottare contro Babur (o Baber, il fondatore della dinastia mogòla dell' India), che gli inviò contro il suo alleato Sultàn Said ; ed è nel corso di questa guerra che Ababakar, nel 1513, distrusse Eschi Sciàr, la antica Càshgar, dicesi, conducendo il fiume Kisil Su a minare con le sue acque la base delle fortificazioni (costrutte, come ovunque nel Turchestàn, di fango disseccato). Di poi, in sette giorni, eresse più e monte la attuale Càshgar, impiegandovi diecimila uomini.

Sultàn Saìd, che gli succedette, è quegli stesso che invase il Bàltistan e il Làdak con 5000 uomini, e che mori sulla via del ritorno a Daulat Beg Uldi, ai piedi del valico Caracorùm, come ho detto nei capitoli precedenti (Z). Salì sul trono suo figlio Rascìd, fratello di Mirza Haidar, l' autore della cronica Tarikhi Rascidi, dove sono narrate le vicende e le gesta di Sultàn Saìd. Rashid morì nel 1572. Fu l' ultimo della dinastia Giagatài, che era durata 212 anni, nei quali l' islamismo aveva conquistato tutto il paese, cancellando ogni traccia di altre religioni. I mullah, influentissimi, erano stati investiti di privilegi, di terre e di dominii dai Khan. Uno di questi religiosi, Makdumi Azam (il Gran Maestro), importante sacerdote di Samarcanda, con vantata discendenza dal Profeta, era venuto a stabilirsi a Càshgar coi figli durante il regno di Rashid. Divennero così potenti, da disputarsi il dominio del paese, servendosi dell' appoggio di tribù rivali di Chirghisi. I seguaci del figlio primogenito, Khogia Muhammad Amin, furono detti Aktaglìk, o « Montanari Bianchi », dai loro fautori i Chirghisi di Aktag (monti a Settentrione di Càshgar) ; quelli del figlio ultimo nato, Khogia Ishàk, appoggiati dai Chirghisi provenienti dai monti a Sud-Ovest, presero nome Karataglìk o « Montanari Neri ». Così ebbe origine una fazione detta dei Khogia,

  1. Secondo il LANSDELL ; il BELLEW lo chiama Ilyas.

  2. Chiamato Iskandar Mirza dal FORSYTH, (in Autobiography ecc., pag. 168).

  3. Vedi pag. 50 e 435.