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0136 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / Page 136 (Grayscale High Resolution Image)

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doi: 10.20676/00000174
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106   CAPITOLO QUINTO

Via via che risalivo lo Sciàiok, venivo osservando la influenza che la prossimità del Ladàk esercita sui costumi locali della gente baltì : specialmente su quelli delle donne. In queste cominciano a prevalere le turchesi come ornamento, appuntate sul piccolo berretto, che non è più nero ma di rosso vivo a somiglianza del caratteristico peràk delle Ladache. Come queste, portano sulle spalle una pelle di capra, col pelo verso la persona e non, cioè, verso l' esterno ; e come gli uomini del vicino Ladàk, portano, queste donne del medio Sciàiok, dei grandi cerchi di argento come orecchini. I rapporti col viaggiatore sono, — direi, — normali, perchè esse non fuggono, nè hanno false ritrosie, ma si fanno vedere e interrogare, e scherzano e ridono anche volontieri. Ne ho avute varie come portatrici.

Ma a Biodàng-do ho conosciuto, da vicino, i primi Ladachi. Un grande mercante, veramente, avevo già incontrato a Scardu, una sera che Hashmatullah Khan mi aveva voluto a pranzo con sè nel suo bel bàngalo. Ma questi erano, — se è permesso di dire, — meno addomesticati e più genuini : erano il capo della regione Nubra, venuto per conferire col vuasìr, e due vecchi, marito e moglie, venuti a portare qui le miserie dei loro ultimi anni. Gente simpatica : ne riparleremo, però, quando sarò nel Ladàk.

Discesi di nuovo la valle Sciàiok fino a Luncà ; ma di qui, invece di risalire la gran terrazza di Hangiòr, continuai lungo il fiume fin presso lo sbocco della valle Huscè, e per un mediocre valico penetrai in quella del Saltoro che ne è il principale affluente.

Tornavo così nel cuore del Caracorùm.

Nella bassa valle Saltoro l' oasi di Pàroa, sulla riva sinistra, è specialmente interessante : perchè vi sono delle vecchie moschee del tipo di quelle antiche di Scìgar, ed anche delle vecchie tombe di santoni che, in proporzioni ridotte, riproducono il tipo stesso delle moschee. Il capo del villaggio, che mi faceva da guida, mi fece poi fare una lunga corsa in mezzo ai campi, finchè ci fermammo a dei minuscoli resti di muratura. Non riuscii, sul momento, a capire l' interesse di quella mèta così modesta, nè, — in verità, — lo avrei capito, se la mia guida non me lo avesse spiegato : quelli erano i resti dell' antico forno crematorio del villaggio, di quando cioè questi abitanti della valle Saltoro, — che pure furono i primi ad abbracciare l' islamismo, — erano ancora buddisti ed usavano quindi, come tutt' ora i Ladachi, bruciare i cadaveri dei loro morti. Strano che una costruzione così piccola e così modesta abbia lasciato traccie di sè dopo sì lungo tempo. In tutto il Baltistàn, però, e nel Purìg, e poi anche nella regione più ad Occidente, qua e là sono resti dell' antica religione del paese, sfuggiti alla distruzione dei nuovi proseliti della fede iconoclasta : sono, generalmente, imagini di Budda o di lama venerati o di divinità del multiforme Olimpo del buddismo lamaico, incise in bassorilievi tenui e non sempre privi di grazia su qualche roccia lungi dall' abitato.