National Institute of Informatics - Digital Silk Road Project
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Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 | |
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1 |
182 CAPITOLO SETTIMO
capitolo IX. E una settimana dopo, il 29, la spedizione si completava finalmente col-
arrivo dei compagni del secondo gruppo, il Marinelli, il Wood, l' Alessandri e lo Spranger, coi due topografi indiani Giamna Prasad (') e Shib Lal. Il Wood aveva ancora condotto con sè due ordinanze gurka, forti e robusti montanari del Népal, soldati disciplinati e fedeli, ottimi cacciatori ed esperti in tutti i particolari della vita di bivacco e di campo. Avevano traversato lo Zogi La ancora in piena veste invernale, carico di nevi fin giù a Dras, il 18 aprile.
Il Marinelli si concesse appena un giorno di riposo a Lè, e ripartì subito col Dainelli per compiere una escursione di sei giorni nel distretto di Zànscar, che verrà pure descritta qui appresso.
Il Wood e lo Spranger occuparono le due settimane rimanenti prima della nostra partenza in escursioni sulla catena dietro a Lè, per raccogliere punti di riferimento da servire più tardi per il rilevamento topografico dell' itinerario su per la valle Sciàiock.
L' Alessandri ed il Ginori eseguirono ancora una nuova serie di lavori meteorologici e di misure di radiazione solare, anche come preparazione alle osservazioni che si dovevano eseguire in seguito sugli altipiani del Caracorùm.
Come già a Scardu, ed in misura anche maggiore, tutte queste occupazioni erano inframmezzate dagli svaghi offertici da Lè e dalle gite nei dintorni.
Di tanti paesi traversati da Srinàgar in poi, Lè è il solo che abbia l' aspetto di una piccola cittadina. Cinge al piede e si inerpica anche sulle pendici inferiori di un contrafforte laterale della valle, facendo corona al massiccio ed imponente palazzo reale, o piuttosto castello, costrutto su una spalla dello stesso sperone, il quale più in alto, sulla cresta, porta resti di fortificazioni ed un gruppo di templi e cappelle. Lungo uno dei fianchi del contrafforte è distesa l' ampia via di Lè che è il bazar, e ad un tempo il campo pel gioco del polo, costruito una settantina d' anni fa, dopo la conquista dogra. Il bazar è fiancheggiato su di un lato, lungo il piede del monte, da una mura e da una fila di pioppi, e, dall' altro lato, dalle case a due e a tre piani che sono le botteghe e le abitazioni dei mercanti. Dal bazar si svolta in una piazzetta rettangolare, per cui si entra nel quartiere più vecchio di Lè, oltre il quale è la bella casa del residente inglese, circondata da un boschetto, dove, come dissi, alloggiai durante i due mesi e mezzo della mia permanenza a Lè. Quasi contiguo è il brzngalo per i viaggiatori, ampio, ben costrutto, proporzionato alla importanza del luogo.
E solamente d' estate che si può avere un' idea di questa importanza, quando arrivano a Lè le carovane dal Cashmir, dal Turchestan e dal Tibet, e si intrecciano affari e scambi commerciali considerevoli. Allora il bazar è pieno d' una folla fatta
(') Nel Capitolo Primo, a pag. 6 e 7, trovasi scritto Pershad, perchè solamente in seguito, e troppo tardi per correggere i fogli già stampati, seppi della nuova ortografia adottata dall' Ufficio Trigonome-
trico per il nome di questo suo topografo. Anche nelle Relazioni Scientifiche, Vol. I, Serie I, trovasi scritto Pershad.
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