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Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 | |
History of an Italian Science Expedition to Himalayas, Kharakhorum and Chinese Turkistan(1913-1914) : vol.1 |
FRA BALTISTAN E LADAK 247
costruzione ed i caratteri esteriori sono più decisamente tibetani che nelle case dei Baltì.
I muri, — se si vuole astrarre dalle abitazioni più miserevoli, — sono condotti su con maggiore sicurezza di costruzione, e fino a tutto il primo piano, che non ho mai visto fatto di tralicci. Ma sopra tutto sono frequenti le finestre, vere finestre, e nelle case migliori non manca mai un balcone sporgente, al quale si accede dal-
interno per mezzo di una ampia apertura sovrastata da un grazioso cornicione in legno o in muratura. E, insomma, il caratteristico rabsàl delle case ladache, che fa qui la sua prima apparizione.
Vicino al tempio che mi ospitava era una grande costruzione, alta, solida, massiccia, con una porta insolitamente spaziosa che mette ad una specie di androne, e con un bel balcone sotto al tetto, che si apre sul dinanzi di una loggia primitiva. Da un lato, dalla massa compatta di questa specie di palazzo sporge una torre rotonda, che in alto proietta nelle quattro direzioni dei piccoli corpi avanzati, i quali gli dànno un certo aspetto di vecchio maniero feudale. E, infatti, il castello degli antichi signorotti locali : giacchè questa zona, intermedia tra il Baltistàn ed il Ladàk, era un tempo divisa tra tante piccole signorie, di principi generalmente dardi, dei quali spesso rimangono ancor oggi i discendenti diretti.
Misure antropologiche, rilievi di case, inchieste toponomastiche e sulle tradizioni locali : queste sono state le mie occupazioni prevalenti nella zona darda dell' Indo. Ma dati interessanti ho potuto raccogliere anche sulla più antica e sulla più recente storia geologica della regione.
Oltre Da risalivo ancora l' Indo fino a Sangiàk, allo sbocco di una valle laterale di sinistra ; e con Sangiàk entravo in un mondo ancora nuovo.
I pochi giorni impiegati per risalire quel breve ma impervio tratto della valle dell' Indo (20-23 febbraio) hanno rappresentato un periodo, sia pur breve, di lavoro intensissimo, ma almeno so di averne tratti frutti abbastanza interessanti : se non fosse altro per la conoscenza di quella popolazione darda per lo meno nei suoi caratteri somatici, giacchè nessun uomo, presente nei villaggi e nei campi da me attraversati, è sfuggito alle mie misure.
Il periodo successivo, pure breve (24 febbraio - 4 marzo), non è stato meno interessante. Ed è stato interessante anche dal punto di vista geologico, e non solo
z1- in rapporto alla recente storia fisica della regione, quella cioè che si riferisce al
così detto Periodo Glaciale, quando i ghiacciai dell' Himàlaja e del Caracorùm, come quelli delle Alpi, ebbero uno sviluppo straordinariamente più grande di quello
15' attuale. Soltanto che la valle che presi a risalire da Sangiàk mi mostrò delle condi-
rti zioni che direi anomale, perchè ne dedussi che essa, anche nel Periodo Glaciale, fu
oÙ sgombra di ghiacciai, in relazione certo con i caratteri topografici, ed altimetrici in
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