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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0147 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 147 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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DA SCARDU A LE   115

e l' anfiteatro di monti interamente coperti di neve, formano un quadro grandioso, molto più imponente del loro brullo aspetto estivo.

Il villaggio è sulla riva destra del Suru, ed è collegato per un vecchio ponte sbilenco col modesto bazar, che è sulla riva sinistra. A monte di questo, scaglionati sulla costa, sono i serai, l' ufficio postale e telegrafico, un bel bangalo comodissimo ed una casetta appartenente al wazir-i-wazarat. Poco più oltre, il Suru riceve un affluente da oriente ; e presso alla confluenza, sulla riva sinistra, è una grossa fortezza dogra. Il tesil, o prefettura, è sulla riva destra, di là d' un ponte sospeso in ottimo stato.

Ci disponemmo a fare un' altra stazione geofisica, che tenne occupati l' Alessio, l'Abetti, il Ginori e l'Antilli per dodici giorni. Le osservazioni vennero condotte a termine malgrado l' ostacolo delle frequenti nevicate e del tempo nuvoloso, che rese difficili e laboriosi i lavori astronomici e fotografici. Il 28 febbraio anche il Dainelli raggiunse i compagni, dopo la sua escursione nella valle dell' Indo, che descriverà egli stesso.

Quanto a me, mi fermai a Càrghil solo due giorni, nei quali dovetti verificare le provviste che erano state raccolte in gran quantità nel distretto, preparare e numerare i carichi ed organizzarne il trasporto, colf' aiuto zelante e volenteroso del tesildar Balakak Dar, un pandit del Cashmir. Egli era ansioso di dimostrarsi ospitale con noi, ma le insuperabili difficoltà di casta non gli permisero di andar oltre l'intenzione. Così, quando venne il suo invito formale di recarci a prendere il thè nella sua casa, lo interpretammo alla lettera, e mandammo innanzi al tesil il nostro cuoco con tutto l' occorrente per farci il thé e le nostre stoviglie e il bearer per servirci, e ci sedemmo intorno al desco, mentre il tesildar assisteva seduto in disparte.

A conti fatti, y' erano a Càrghil 1275 carichi di viveri, di 32 chilogrammi ognuno, cioè oltre a quaranta tonnellate di peso. Altri 150 colli ci seguivano da Scardu, e tutta questa roba doveva esser trasportata a Lè (dove era raccolto il rimanente delle provviste) in pieno inverno, attraverso due valichi di montagna intorno ai 4000 m. di altezza. Le bestie da soma, zho e cavalli, per fortuna non mancavano. Si caricavano ciascuna con tre sacchi ; e con una adatta ripartizione delle tappe ed un acconcio scaglionamento delle carovane, in modo da impiegare successivamente gli stessi animali, i conti tornavano, salvo gli ostacoli imprevisti che tengon sempre l' animo sospeso in questo genere di organizzazione.

Il 24 febbraio mandai innanzi un drappello di 80 animali, fra cavalli e zho ; l' indomani ne partirono con me altri 70, con 50 portatori. A quarantott' ore di distanza seguiva una terza carovana di 150 bestie da soma, e otto giorni dopo 220 portatori ; e così via.

Càrghil è il capoluogo di un distretto detto Purik, interposto fra il Bàltistan ed il Làdak, ed abitato in prevalenza da maomettani sciti, che non si differenziano molto dai Balti propri. Al di là si entra in un mondo nuovo, originale e strano fino al bizzarro — in paese lamaista.