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『東洋文庫所蔵』貴重書デジタルアーカイブ

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0223 Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1
ヒマラヤ、カラコルム、中国領トルキスタンへのイタリア科学派遣団の歴史(1913-1914) : vol.1
Storia della Spedizione Scientifica Italiana nel Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese(1913-1914) : vol.1 / 223 ページ(カラー画像)

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doi: 10.20676/00000174
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LE   181

  • A mezzodì, dopo cinque ore di cammino lento, ma ininterrotto e regolare, stavo per giungere sul colle, avendo sempre dinanzi a me gli ultimi uomini. Nessun incidente grave era avvenuto : qualche portatore aveva dovuto abbandonare il carico e a stento si teneva nella carovana ; ma nessuno soffriva seriamente il mal di montagna.

  • Mi parve assicurato il successo, e cessata ogni ragione di preoccupazione ;

quand' ecco Abetti, giunto sul valico cogli altri fin dalle dieci, mi venne incontro dicendomi : vi è una difficoltà assolutamente inaspettata ; la valle verso Debring e l' altipiano verso Rùpsciu sono coperti di neve abbondante. Rimasi senza parole, e con pochi passi raggiunsi Petigax e Ginori, al limitare del valico. In quel momento mi balenò il ricordo di colui che, pratico della regione, ci aveva annunciato che a Morè non avremmo trovato neve sufficiente per trarne l' acqua necessaria ai bisogni della nosta cucina !

  • Le cose stavano precisamente come aveva detto Abetti. Mentre verso Nord,

alla stessa altezza nostra, e anche più in alto, i monti apparivano sgombri da neve, volgendo lo sguardo in giù, verso Sud e Sud-Ovest, all' altipiano Rùpsciu, si vedeva un immenso lenzuolo bianco uniforme, attraverso il quale non spuntavano roccie nè sassi ; era l' aspetto caratteristico dei monti ricoperti da un alto strato di neve. Nelle valli, e specialmente in quella che avremmo dovuto percorrere da Debring verso Rukcien, la neve sembrava dover essere ancor più profonda.

  • Era possibile alla nostra carovana aprirsi una via in quelle valli, per oltre

quaranta chilometri di percorso, e si poteva farlo in un tempo pel quale bastassero i viveri che avevamo con noi ? Ed ancora, non potendosi andar innanzi subito, fra quanto tempo si poteva prevedere che fossero migliorate le condizioni della strada ? Petigax dà senza esitazione il suo parere : la via non è attualmente praticabile alla carovana ; soltanto buoni schiatori potrebbero percorrerla, ove trovassero luoghi di ricovero per la notte ; per almeno una quindicina di giorni le condizioni del tragitto dal colle a Morè non possono migliorare in modo sensibile.

« Decido, col parere concorde di Abetti e di Ginori, di rinunciare alla stazione

di Morè. Abetti pone la questione se non sia il caso di farne un' altra nelle vicinanze, dove sia possibile ; per esempio nei dintorni del campo sotto il colle. Ma questo non risolverebbe in nessun modo il problema che interessa l' Ufficio Trigonometrico, perchè il luogo è troppo lontano ed in posizione diversa da Morè ; e non sarebbe giustificabile il dispendio di tempo e di forze coil' unico scopo di fare una stazione di più, quando già s' era eseguita una determinazione gravimetrica nel massiccio himalaiano (a Dras).

« Ci troviamo perciò tutti d' accordo nel decidere il ritorno immediato a Lè, confortandoci colla speranza che l' Ufficio Trigonometrico, avendo particolare interesse alla stazione di Morè, avrebbe presto deciso di farvi ripetere in stagione più propizia le osservazioni del Capitano Basevi ».

Il giorno 15 aprile la comitiva era di nuovo a Lè. Il 22 vi ritornava anche il Dainelli, dopo un' escursione delle più ardue ed interessanti, che sarà descritta nel